di Olimpia tarzia - fonte: facebook

Sveliamo l’inganno. L'ormai famigerato "emendamento canguro" a firma del Senatore Marcucci già preoccupava dal punto di vista procedurale - trattandosi di un meccanismo volto a porre nel nulla il dibattito parlamentare sin qui svolto- ma ancor più preoccupa quanto al contenuto. L'emendamento, infatti, non fa altro che trasporre nell'art. 1 tutte le disposizioni contenute negli artt. 3 e 5 del ddl Cirinnà bis facendo sì che, con una unica votazione (probabilmente svolta con voto segreto), il testo risulti "predefinito" nei suoi contenuti essenziali e quindi "blindato"; è evidente come a questo punto l'approvazione degli artt. 3 e 5 (e dei relativi emendamenti) "salterebbe" in quanto i medesimi verrebbero ritenuti assorbiti nell'ormai onnicomprensivo art. 1. Quanto affermato può essere facilmente provato. A) la lett b) dell'emendamento canguro riproduce integralmente il primo comma dell'art. 3 del ddl Cirinnà stabilendo che "con la costituzione dell'unione civile le parti acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri e da questa deriva l'obbligo reciproco all'assistenza morale e materiale e alla coabitazione e ciascuna delle parti è tenuta, in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale e casalingo, a contribuire ai bisogni comuni" (il contenuto è identico) B) la lett. c) dell'emendamento canguro riproduce nei contenuti il comma 3 dell'art. 3 del ddl stabilendo che "all'unione civile si applicano le disposizioni del codice civile in materia di regime patrimoniale della famiglia e in materia di alimenti"; vero è che non vengono richiamati espressamente tutti gli articoli del codice civile sul matrimonio ma è evidente l'applicabilità integrale degli stessi se si tiene in considerazione quanto stabilito all lett. d); C) la lett. d) dell'emendamento canguro afferma che "le disposizioni che si riferiscono al matrimonio e le disposizioni contenenti le parole: "coniuge", "coniugi" o termini equivalenti, ovunque ricorrono nelle leggi, negli atti aventi forza di legge, nei regolamenti nonché negli atti amministrativi e nei contratti collettivi, si applicano anche ad ognuna delle parti dell'unione civile, salvo che per le norme del codice civile non richiamate espressamente nella presente legge e per le disposizioni di cui al Titolo II della legge 4 maggio 1983, n. 184". E' questo il punto nodale che sancisce la totale equiparazione della nuova unione civile al matrimonio! Altro non è che la ripetizione di quanto originariamente contenuto al comma 4 dell'art. 3 del ddl Cirinnà bis; D) la lett. f dell'emendamento canguro, in tema di stepchild adoption, recita: "f) la parte dell'unione civile può fare richiesta di adozione del figlio minore anche adottivo dell'altra parte dell'unione"; è evidente quindi che, pur non riprendendo integralmente il testo dell'art. 5 del ddl Cirinnà bis, l'emendamento mira a far approvare il prinicipio generale dell'ammissibilità della stepchild adoption in caso di coppia omosessuale limitando il dibattito ad aspetti puramente marginali ed "applicativi". E chiaro ora che l'emendamento Canguro a firma Marcucci di fatto non "emendi" alcunché; semplicemente traspone i contenuti degli artt. 3 e 5 del disegno di legge originario nell'art. 1. E’ letteralmente un imbroglio. Un emendamento dovrebbe essere volto a modificare/migliorare il contenuto di una proposta di legge e non essere usato strumento per eliminare il contraddittorio!