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popolo della famiglia 26 maggio 2019di Mario Adinolfi

Il Popolo della Famiglia chiude una stagione d'impegno durata oltre sei mesi, da quando il 10 novembre 2018 depositammo il disegno di legge per il reddito di maternità, disponendoci a raccogliere le firme nei mesi autunnali e invernali. Non si chiude dunque una "campagna elettorale", noi siamo stati per strada anche quando Salvini e Di Maio andavano d'accordo e quando Zingaretti non era ancora segretario del Pd, noi ci battiamo per la vita e per la famiglia indistintamente dagli appuntamenti elettorali che premono, non solo quando c'è da prendere i voti e questa è alla fine la motivazione più evidente per cui dare i vostri voti al Popolo della Famiglia è un atto da liberi e forti che regalerebbe all'Italia una straordinaria e rivoluzionaria sorpresa.

 

Lo dico subito, il PdF andrà avanti con determinazione qualsiasi sia il risultato del 26 maggio: soddisfatti se confermeremo il dato della politiche dopo tutte le traversie che abbiamo affrontato da allora, felici se daremo un segnale di crescita. Ma pensate che Italia sarebbe se il Popolo della Famiglia domenica notte fosse segnalato per un deciso balzo in avanti. Cosa significherebbe un voto massiccio a favore del PdF? Semplice: verrebbe immediatamente associato ai principi non negoziabili, al reddito di maternità, al no a aborto e eutanasia, ai cristiani che tornano ad essere protagonisti in politica. Per l'Italia è un bene o no dare questo segnale?

Inutile dire che noi lo consideriamo un bene. Di più: un bene necessario. Se il PdF farà registrare un balzo in avanti il 26 maggio, sarà un messaggio mandato dritto alla Corte Costituzionale che sta per depenalizzare tra meno di cinque mesi il suicidio assistito per salvare dal carcere Marco Cappato: avverrà il 24 settembre prossimo, tra l'indifferenza delle forze politiche che non hanno speso una sola parola sul tema eutanasia che è invece il vero conflitto in atto in Europa tra un Nord che la implementa negli ordinamenti e un'Italia che resiste. Se il PdF farà registrare un balzo in avanti il 26 maggio, sarà un messaggio di aperto sostegno al reddito di maternità come soluzione alla tragedia della denatalità: mille euro al mese per donna per i primi otto anni di vita del figlio, novantaseimila euro veri per riconoscere la funzione sociale e lavorativa della maternità, sarebbero una rivoluzione che riempirebbe le culle e darebbe un colpo esiziale alla cultura dell'aborto, ai figli intesi come peso e non come ricchezza. Se il PdF farà registrare un balzo in avanti il 26 maggio, sarà un messaggio ai media che ci hanno totalmente silenziati (nonostante la par condicio, zero secondi di spazio per tutto la campagna elettorale in trasmissioni a questo punto violatrici della legalità quali Otto e Mezzo di Lilli Gruber, Piazza Pulita di Corrado Formigli, In mezz'ora di Lucia Annunziata, Tg La7 di Enrico Mentana). Il messaggio forte e chiaro al Corriere della Sera che non ci ha dedicato neanche un trafiletto, a Repubblica di Carlo Verdelli che ci ha riservato solo un titolo vergognosamente offensivo ("Suore e alpini, il variegato zoo di Adinolfi"), al Messaggero che ha silenziato ogni nostra quotidiana dichiarazione è che i cristiani impegnati in politica continuano ad esserci con un loro soggetto organizzato, come ai tempi di don Sturzo, nonostante tutte le avversità. Il popolarismo di ispirazione cristiana resiste e cresce nonostante tutti i tentativi di soffocarlo, perché in connessione con la radice profonda del nostro popolo. E anche se Salvini, Meloni, Berlusconi, Di Maio, Bonino, tutte le sinistre negli ultimi dieci anni hanno avuto in mano a turno le leve del governo e dunque del potere, anche se a ognuno di loro sono stati garantiti ottocento minuti di televisione ogni otto dati a noi, noi come popolo abbiamo trovato il modo di resistere. Davanti a questa nostra tenacia dovrebbero tutti tirarsi giù il cappello e magari riconoscere anche l'errore di questo clamoroso e illegale squilibrio sul fronte informativo.

Regalare all'Italia la sorpresa della vivificante avanzata del Popolo della Famiglia sarebbe merito dell'amore di migliaia di militanti che non hanno mai smesso di credere, di portare i loro cinque pani e due pesci. Non certo comprati al supermercato, perché noi non abbiamo un euro. Ma pescati, impastati, infornati a mano con sudore. Se poi quel che stiamo facendo è giusto, il nostro poco lo affidiamo a Lui. Saprà certamente che farne.

Siamo a un passo da un traguardo di portata storica. Abbiamo dimostrato dopo le politiche del 4 marzo di non voler restare chiusi nel nostro fortino, ma di saper aprire porte e finestre per incontrare esperienze diverse dalle nostre e questo ci ha condotto all'intesa con Ap e attraverso il suo presidente (e capolista nord-ovest) Paolo Alli all'incontro tra il nostro coordinatore nazionale Nicola Di Matteo (capolista Italia insulare) e il presidente del Partito popolare europeo Joseph Daul. Oggi Popolo della Famiglia, Ap e Ppe sono in un unico simbolo dimostrando che il PdF ha capacità aggregativa, che sarà sempre più utile anche dopo il 26 maggio.

Ora sta a voi, a voi che andate al voto: tutti gli altri li avete già sperimentati e sapete che per vita e famiglia non fanno mai nulla. Promettono il mondo in campagna elettorale, si dimenticano immediatamente del tema appena le urne si chiudono. Per noi questi temi sono le ragioni costitutive stesse del Popolo della Famiglia, l'emergenza eutanasia e suicidio assistito è la prima che ci agita e non abbiamo difficoltà a dire che se il PdF non darà un segnale forte in termini di consenso il 26 maggio, al 24 settembre la Corte costituzionale non avrà difficoltà a procedere con la depenalizzazione per salvare Marco Cappato dal carcere.

Regalare all'Italia la sorpresa PdF è un bene necessario ed è nelle mani di chi sta leggendo in questo momento. Il voto al Popolo della Famiglia è un voto libero, forte, utile. Non solo votate PdF, ma fatelo votare e parlate con più persone possibile per determinare il loro consenso in questa direzione. Il passaggio successivo sarà portare, come promesso, il PdF al governo del Paese per presidiare dalla stanza dei bottoni, per veder rinascere l'Italia con la rinascita e il sostegno della famiglia naturale italiana. Così torneremo a crescere e ad essere di nuovo faro di civiltà per l'Europa tutta intera.