famigliaComunicato ufficiale dell'Associazione Culturale Cattolica Zammeru Maskil, proprietaria del sito www.ilcattolico.it
in merito alle elezioni politiche del 4 Marzo 2018.

Carissimi amici e fratelli e sorelle in Cristo

con la presente desideriamo chiarire la posizione dell’Associazione Zammeru Maskil  e del suo sito www.ilcattolico.it in merito alle politiche imminenti del 4 marzo 2018.

Come ben sa chi ci segue da tempo il compito che ci è stato affidato dalla Provvidenza in questi anni di servizio, dal 21 gennaio 2001, è quello di proporre l’annuncio del Kerygma, fornire contributi di formazione catechetica e liturgica, informare e formare culturalmente coloro che hanno la bontà di seguirci e di leggerci. Nostro compito sin da subito, in ambito Etico e Bioetico, è stato quello di fornire sussidi pre-politici inerenti la Morale e il Diritto Naturale e dunque sui principi che non si possono negoziare ed i valori, della persona e sociali, che da essi derivano.

Nel contempo abbiamo cercato di fornire sussidi di carattere politico, cioè nutrimenti legati strettamente alla Dottrina Sociale della Chiesa. Fornire elementi pre-politici e politici non significa necessariamente fornire indicazioni di movimenti partitici o di carattere partitico. Infatti nel 2004 creammo due siti mirror del sito principale chiamati adottaunpolitico.com, recensito allora anche da L’Espresso, che forniva ogni mese una figura politica di ogni schieramento sotto l’analisi del pre-politico e del politico, quindi alla luce della Morale Naturale e della Dottrina Sociale della Chiesa e si forniva una intenzione di preghiera per il medesimo esponente di partito. Nel contempo creammo il sito guidareferendum.it che invece forniva spunti più ampi ai temi di carattere etico, sociale e politico. Proprio con questo sito scoprimmo l’inghippo eugenetico dei Radicali nel Referendum abrogativo del 2005 con le esternazioni intemperanti di Antonio Tombolini. Un tam tam partito immediatamente, informando il Comitato Scienza & Vita, che contribuì decisamente a destabilizzare la campagna radicale e favorì l’intuizione praticamente contemporanea di molti, fatta propria anche dal Card. Ruini, dell’astensione.

Abbiamo partecipato a tutti i Family Day come soci fondatori e collaboratori più stretti. Abbiamo visto la Provvidenza toccata con mano nel grande fiume di famiglie e di uomini e donne di buona volontà riunite nei tre grandi Family Day.

Pertanto, recentemente, abbiamo visto con gioia il nascere del Comitato Difendiamo Nostri Figli e lo abbiamo difeso e promosso come potevamo davanti agli occhi dei nostri Vescovi, padri talvolta insospettiti e preoccupati di ricadere in un’epoca passata del primo Family Day segnato dal “ruinismo” politico. Sempre abbiamo puntato all’orchestrazione delle sensibilità.

Nell’ultimo grandioso Family Day del Circo Massimo abbiamo notato più chiaramente alcuni aspetti. Se vedevamo l’immenso fiume di Famiglie davanti a noi vedevamo chiaramente un popolo pronto a qualsiasi sacrificio per il Bene Comune e per il Bene della Famiglia. Se quel giorno il Comitato avesse scelto una più decisa linea di Movimento Politico certamente più della metà di quel popolo avrebbe aderito a quella “pancia” motivazionale. Ne era, per certi versi, l’epilogo naturale: cosa fare ora? Di questo ne siamo certi.

Il Comitato, invece, per tanti motivi interni e pesati, per esperienza e carisma di chi ne faceva parte, e non ultime, tante pressioni, ha scelto la via di formazione pre-politica e formazione politica e non di Movimento-partitico. Facendosi promotore di varie iniziative di cultura dei fondamenti dell’umano, pregevoli, stimabili e talvolta necessarie.

Da altra parte se osservavamo da sotto palco il Comitato era chiaro che vi era una unità dovuta alla situazione, al Bene, ma i temperamenti degli organizzatori non solo erano diversi e segnati da evidenti caratteristiche e limiti personali, ma, forse, complice anche la stanchezza, si respirava una certa mancanza di sintonia operativa. Dai discorsi, dal linguaggio e dal meta-linguaggio si respirava una differenza di posizioni che l’entusiasmo e la pancia motivazionale della folla tendeva a coprire e, forse, a non vedere. Per cui due fatti erano per così dire presenti. Da una parte il miracolo dell’immensa folla di Famiglie e dall’altra un comitato che presentava una comunione in delicato equilibrio, con accenti individuali molto diversi.

La storia del Comitato ha successivamente vissuto un cambiamento e Mario Adinolfi e Gianfranco Amato hanno spinto per una dimensione più operativa dell’impegno politico, intuendo quello che, ad una analisi più profonda, era già chiaro da tempo: l’attuale compagine politica di destra, sinistra e centro era stantia e legata da reciproche convenienze che mai avrebbero rischiato per il reale Bene Comune che passa inevitabilmente per il rispetto del dato antropologico, della Morale Naturale e della Famiglia. Le scelte e gli effetti delle ultime legislature sono davanti agli occhi di tutti.

Per cui i percorsi si sono differenziati con ferite reciproche e responsabilità reciproche, ma, per certi versi, non evitabili. Non evitabili però non significa che debbano essere perpetuate da stigmatizzazioni alimentate dalla “pancia” politica della Campagna elettorale o da diverse visioni operative.

Da parte nostra, per l’esperienza di alcuni di noi, eravamo ben coscienti, sin dal 2008, che ogni intervento di semina andava ad esaurirsi, con una presenza nell’attuale compagine politica. Sapevamo bene che determinati piani, organizzati a tavolino da gruppi “eversivi” sin dagli anni 80, avevano preparato il bipolarismo come terreno per veicolare lo smantellamento liberalistico dell’umano, sotto la facciata del centro-destra e del centro-sinistra, spingendo ad una forte cosificazione dell’umano in nome di una distorta e dannosissima visione dell’economia e del potere. Potremmo fare una lunga disamina di questo, che parte dalla visione “dell’uomo della provvidenza” Berlusconiana, passando per il Prodismo, gli “inciuci carsici” (ed illusori) del governo Monti e la svendita valoriale sotto i governi Renzi e Gentiloni.

Ma chiunque ha una Famiglia ed ha, tra l’altro, l’impegno della disabilità (come i tre soci fondatori, ognuno per la sua parte) sa bene di cosa stiamo parlando. Di come la famiglia naturale, costituzionalmente riconosciuta e garantita e i disabili e gli anziani sono il vero vulnus di ogni legislatura degli ultimi quarant’anni. Quando invece il vero motore valoriale, economico (nel senso autentico dell’economia) sono proprio loro, la famiglia, i disabili e gli anziani.

Pertanto, come Associazione Cattolica, pur continuando a diffondere il pre-politico e il politico, proposto su diverse questioni, dal Comitato Difendiamo Nostri Figli, e dalle sue pregiatissime persone, di cui siamo grati, per impegno, dedizione, intuizione e fatiche, proponiamo, con decisione e con convinzione, ed in via eccezionale, data la natura della nostra Associazione e visti i “segni dei tempi”, il Movimento politico-partitico de Il Popolo della Famiglia, i cui tre leaders, Mario Adinolfi, Gianfranco Amato e Nicola Di Matteo sono un libro aperto di generosità e dedizione che sorpassa di gran lunga i limiti temperamentali personali. Sono, in questo, trasparenti e non equivoci.

Il Movimento-Partito de Il Popolo della Famiglia è composto da un fiume di persone e di “formichine” gioiose che si spendono con immensi sacrifici per una presenza alternativa e feconda nella compagine politica italiana. E lo diciamo sin da subito, feconda indipendentemente che raggiunga o meno il quorum. Se la vita politica e politico-partitica dipendesse solo dai risultati elettorali contingenti avremmo un voto pragmatico ma non un voto utile, culturalmente e fecondamente utile, che invece ragiona con ampi respiri e con orizzonti più vasti. Chi ragiona ancora in maniera strettamente pragmatica, secondo il nostro umile punto di vista, in questo attuale contesto, memori delle recenti e meno recenti legislature, non fa altro che rinforzare strutture comportamentali e di governo profondamente equivoche ed inadeguate e di scarsa profezia e semina.

Diversi di noi non dimenticano come 42 anni fa, al Pontile di Ostia Lido, i radicali mettevano i loro sparuti tavolini cercando firme per le loro politiche, la maggior parte mortifere e dannose per la grammatica dell’umano. Questa metodologia di semina, determinata e costante, deve essere perseguita, riproponendo però la fondante grammatica dell’umano, la bellezza dei principi che sono i preambula-evangelii, con pazienza e determinazione. In questo non c’è nulla di confessionale ma c’è tutto quello che è più profondamente umano.

Visto che, i Laici, non sono dipendenti del Clero, non hanno bisogno di Vescovi-pilota, come ricorda Papa Francesco, e devono rispondere alla loro intima vocazione battesimale ricordata dall’Apostolicam Actuositatem (AA, 3) e fecondare questa porzione di storia e di luogo a loro affidata.

La Morale Naturale, i principi che non si possono negoziare, i valori umani e sociali che da essi derivano, la Dottrina Sociale della Chiesa, non sono proprietà del Clero, il quale invece è chiamato ad esserne custode e dispensatore paterno e fedele, materno e fedele, ed ancora evangelicamente fedele.

Dai nostri Vescovi ci aspettiamo che ci aiutino e ci formino in questo. I tre assi pastorali della Liturgia, della Catechesi e della Carità necessitano anche di questa formazione capillare, chiara, in forma sia di contenuti che di laboratorio, altrimenti che buon tessuto laicale di cattolici e di uomini e donne di buona volontà possiamo proporre per il Bene Comune, per la Salute Civica e nella compagine politico-partitica dell’Italia?

Più ci sarà chiarezza in questo, più il mondo cattolico, presente nei partiti, sarà culturalmente determinante per il Bene Comune. Invitiamo i nostri padri, i Vescovi, a non porsi nella difensiva con comunicati più preoccupati di eventuali “partiti confessionali” (che non ci sono) ma a porsi come stimolo di ovunque nasca il bene della grammatica dell’umano, del Bene che si va via via diffondendo, fuori dalle sagrestie e negli ambiti propri.

Nel contempo invitiamo, con fraterna fermezza, ai loro piedi, con affetto e stima, il Comitato Difendiamo i Nostri Figli e il Movimento Partitico de Il Popolo della Famiglia, che evidentemente non condividono le strategie, a rispettarsi e, se possibile, a stimarsi vicendevolmente. Questo non significa che debba mancare una reciproca critica politica ma che debba essere svolta, se necessaria e non strumentale alla campagna, ricordando le fondamenta della stima e del servizio (i social non aiutano) e che, quella piazza del Family Day, non è proprietà, visione o autenticamente letta ed interpretata solo dal Comitato Difendiamo Nostri Figli o solo da Il Popolo della Famiglia. Su questo nessuna indebita e strumentale forzatura da nessuno.

Le famiglie sanno muoversi e sanno scegliere.

Ma i criteri comuni, la grammatica condivisa e la capacità di gestire i conflitti fraterni, aiutano a scegliere meglio.

Sottolineiamo infine che i soci fondatori ed i collaboratori più stretti, metteranno, con gioia determinata, il 4 marzo 2018, la croce sul Simbolo de Il Popolo della Famiglia ed invitano i nostri lettori, amici, fratelli e sorelle, fedeli laici, sacerdoti, religiose e religiosi, a fare lo stesso in maniera gioiosa, determinata e con informazione capillare. Il quorum è dietro l’angolo.

Questa scelta non mette automaticamente su di noi lo stemma di buoni cittadini e di buoni cattolici. Ognuno deciderà secondo proprio discernimento.

L’invito è quello di non dimenticare le basi del servizio trasparente e del Bene Comune, scevro da vanità e da vanagloria, di cui questa porzione di terra, l’Italia, ha tanto, ma tanto bisogno.

Il pre-politico ed il politico, di qualunque provenienza, ed aderente alla Morale Naturale, ai principi che non si possono negoziare, ai valori che da essi derivano e la Dottrina Sociale della Chiesa, e le informazioni di carattere generale, saranno proposte dal sito principale www.ilcattolico.it.
Per le questioni più squisitamente partitiche, inerenti il Popolo della Famiglia, useremo il sito mirror www.guidareferendum.it

 

 

Presidente e soci fondatori

Associazione Culturale Cattolica Zammeru Maskil

www.ilcattolico.it