enrico lettaDa Facebook di Gennaro N Salzano

 

Finalmente mi è chiaro che cosa sia il populismo. E devo ringraziare Enrico Letta per avermelo magnificamente spiegato col suo esempio. Con Letta ebbi a che fare in un'altra vita, un'era geologica fa. Quando esisteva ancora l'ultimo partito dignitoso dell'Italia repubblicana, il Ppi.
Era considerato un "ragazzo" serio, colto, anche se già allora aveva compiuto scelte opinabili, che però essendo di carattere più personale che politico poco gli si potevano addebitare. Poi è diventato Presidente del Consiglio; poi è andato in Francia; poi è tornato a fare il segretario del PD. E uno si immaginava di avere a che fare ancora con quel ragazzo serio, colto, preparato, per giunta anche cresciuto e maturato. Si immaginava di avere a che fare con uno che avesse pienamente introiettato i dogmi della libertà e della cultura delle istituzioni liberali e ne fosse interprete e paladino. E invece ci siamo ritrovati uno che per prima cosa si è preoccupato delle capegruppe e per seconda cosa si è apertamente schierato per l'approvazione sic et sempliciter del Ddl Zan.
In particolare su questa seconda questione il suo esempio è stato illuminante e definitivo. Il DDL mette in discussione secoli di cultura giuridica che ha edificato la costruzione delle libertà politiche fondamentali (e per questo, senza dubbio, qualora passasse, sarà stracciato dalla Corte Costituzionale, a meno che...) in Europa e nel resto del mondo che ne ha assunto il modello. Quella stessa cultura giuridica e filosofica che CERTAMENTE è notissima e ampiamente introiettata da uno che ha il percorso di Letta, addirittura arrivato a dirigere Sciences Po a Parigi. Sono principi che ormai sappiamo non sono posseduti da tutti. Moltissime persone, anche coltissime in altri campi, stanno mostrando di non cogliere neanche minimamente la devastazione culturale e politica che è insita in quel Ddl. A maggior ragione questo accade nei tantissimi che, in buona fede certamente, non hanno nessuno strumento culturale per cogliere il problema. E proprio qui allora mi è apparsa chiara l'essenza del Populismo: chi ha gli strumenti culturali adeguati, se fa politica, soprattutto ai massimi livelli, ha il dovere di guidare il Paese e di non fargli fare imbecillità. Se, invece, segue le pulsioni di chi non ha gli strumenti, per un evidente bisogno di consenso, allora non è più il leader di una democrazia liberale, ma è un populista. Ecco. Ora mi è chiarissimo.
Ed è molto triste.