Riflessioni

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Non una parola di stigmatizzazione, nessun accenno all’amministrazione comunale (peraltro di sinistra) che si è battuta per il mio diritto di parola. Come sarebbe stato raccontato un analogo picchetto contro Vladimir Luxuria? Avrebbero trasformato il ddl Zan immediatamente in decreto “contro gli omofobi”. Contro questi camorristi, niente da dire solo perché capeggiati da Cgil e Arcigay? Si vedono decine di agenti di DIGOS, commissariato di polizia, arma dei Carabinieri, polizia municipale schierati per rendere possibile il mio accesso alla sala. Il Corriere della Sera non ha niente da dire? È accettabile? Avrebbe pubblicato il video in questo modo scandalosamente asettico se lo scrittore aggredito fosse stato Saviano? Mi gridano in cinquanta: “Vai via”. Ed è la frase più gentile nel frastuono di insulti e bestemmie, di preservativi lanciati per offendere. Io rispondo solo con un: “Perché devo andare via? Siete cinquanta contro uno, fascisti”. E loro diventano allora sempre più rumorosi e minacciosi. Davvero nei giorni del manifesto a tutela delle “idee difformi e dissenzienti” di Salman Rushdie, JK Rowling (che sul gender ha posizioni persino più dure delle mie) e Noam Chomsky, il Corriere della Sera non riesce a spendere una parola per spiegare quanto sia grave l’aggressione a Pomigliano contro una persona “colpevole” solo di voler presentare il proprio libro? Che si intitola Il Grido dei Penultimi, caro Corsera. Ed evidentemente è un libro che contiene elementi fastidiosi. Che forse dovrebbero incuriosire il più blasonato quotidiano italiano. Ma niente, il libro cresce rapidamente nelle classifiche grazie ai lettori nonostante sia uscito da pochissimi giorni, ma da giornali e tv totale cappa di silenzio sui suoi contenuti. Migliaia e migliaia di persone hanno manifestato in decine di piazza contro il ddl Zan nello stesso giorno in cui venivo aggredito a Pomigliano, stessa cappa di silenzio. Non una parola di Corriere della Sera, grandi giornali e tv sugli eroici combattenti silenziosi che con un libro in mano hanno mostrato di amare la libertà, la libertà di tutti. Alcuni, con un mio libro in mano. E questa, alla fine, è la soddisfazione che ripaga di tutta questa fatica, ingiustizia, sofferenza.