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popolo della famiglia copydi Mario Adinolfi

Avrete letto sui giornali che a un primo esame sono già saltati 28 dei 103 simboli elettorali presentati al Viminale, per inadempienze varie. Il Popolo della Famiglia è tra i 75 promossi. E non siamo che all'inizio della corsa a ostacoli. Entro il 29 gennaio, giorno ultimo per il deposito di firme e liste, vedremo cadere come mosche la quasi totalità dei 75 simboli: la difficoltà tecnica di una raccolta di decine di migliaia di firme nel gelo di gennaio da Bolzano e Canicattì, da Pinerolo a Lecce, piega la volontà di chiunque. Serve una macchina organizzativa di assoluta precisione e non a caso la Bonino (e sì che la macchina radicale fino a qualche tempo fa era il benchmark per i raccoglitori seriali di firme) ha piagnucolato finché non le hanno trovato un trucco partitocratico per evitarle l'incombenza e regalarle senza sforzo alcuno l'agognato seggio in Parlamento.

I numeri dicono che dei 75 simboli la raccolta firme riuscirà solo a 3, forse 4 raggruppamenti. Uno di questi è il Popolo della Famiglia. Non abbiamo a disposizione gli imbrogli legislativi che porteranno sulla scheda i 12 simboli della vecchia politica, compresi quelli della "quarta gamba" o la Lorenzin che se avessero dovuto misurarsi con la raccolta delle firme per strada avrebbero rimediato calci, altro che voti. Per loro c'è l'esenzione dalle firme, per noi no. Ho avuto modo di denunciare, esponendo per la prima volta i contenuti del nostro programma a Radio Radicale, la clamorosa ingiustizia rappresentata dal fatto che ci sia questa disparità di trattamento. Resto convinto che in una competizione democratica le condizioni di partenza dovrebbero essere uguali per tutti e se è ragionevole sottoporre i raggruppamenti ad un esame preventivo di consistenza richiedendo la prova delle firme, questa prova dovrebbe essere richiesta a tutti i contendenti. La Bonino, dichiarando pubblicamente che non era in grado di raccogliere le firme, non doveva avere accesso alla scheda elettorale. Invece sappiamo che siamo nella società orwelliana in cui tutti gli animali sono uguali, ma alcuni animali sono più uguali degli altri. Lo sappiamo, ma resta una grave ingiustizia.

Poiché sapevamo da tempo che sarebbe andata così, negli ultimi due anni ci siamo "allenati" con le amministrative e grazie ai gruppi del Popolo della Famiglia che si sono formati con le elezioni 2016 e 2017 possiamo affrontare con serenità la necessaria raccolta firme certificate per le elezioni del 4 marzo 2018. Lo abbiamo fatto in 97 collegi plurinominali (63 Camera, 34 Senato) che hanno al loro interno quasi 350 collegi uninominali. Abbiamo candidato a deputato o senatore più di mille persone, perché ai 945 di legge (630 sono gli eletti alla Camera, 315 al Senato) questa normativa astrusa si è inventata anche la figura del candidato-supplente da indicare obbligatoriamente in modulistica per sostituire eventuali impedimenti del candidato-effettivo. Per candidarli abbiamo già raccolto più di trentamila firme certificate che consentono di definire come compiuta (o a un passo dal compiersi) la missione in 90 dei 97 collegi. Siamo dunque già oltre il 90% di riuscita del lavoro svolto e dunque fin d'ora possiamo dire a chi s'augurava il fallimento del Popolo della Famiglia in questo lavoro oggettivamente improbo che il 4 marzo il nostro simbolo sulla scheda ci sarà.

Voglio rivolgere un serio appello per i 7 collegi che attualmente sono poco sopra la metà delle firme e devono essere aiutati a mettere il turbo. Si tratta di:

1. Milano città (due collegi, si firma portando con sé oltre al documento anche la tessera elettorale).
2. Pavia
3. Abbiategrasso-Legnano

Per questo gruppo di collegi il referente da contattare urgentemente per mettersi a disposizione della raccolta firme è Massimiliano Amato (agiscono sull'area anche Boback Falamaki e Emanuela Pongiluppi Eleuteri, con Giorgio Celsi a supporto).

Emergenze singole sono poi il collegio Toscana 2 (Pisa-Livorno) referenti Claudio Ademollo e Roberto Mura, Basilicata collegio unico referente Marco Fasulo, infine la zona di Benevento-Avellino referente Raffaele Adinolfi.

L'appello è serio e da divulgare rapidissimamente per diventare operativi in poche ore, per risolvere queste situazioni di affanno nella maniera che questa straordinaria rete ha scritta nel dna: a testuggine, si offre il proprio scudo e sostegno del fratello in difficoltà e insieme lo si conduce in avanti insieme a tutti.

Per chi opera nei 90 collegi in tranquillità o nei pressi della stessa, l'invito è a proseguire nella raccolta firme spingendosi più vicino possibile ai massimi (375 è il limite minimo, 2.000 firme a collegio è il limite massimo). Da stasera però sarà bene a cominciare a mettere ordine nella documentazione come priorità perché massimo entro venerdì mattina dovranno essere consegnati ai referenti regionali i faldoni contenenti:

1. Atto principale debitamente compilato PER ULTIMO (e dunque con data successiva a tutti gli atti separati) contenente sia il numero di atti separati utilizzati che il numero complessivo di firme raccolte comprese quelle dello stesso atto principale (ne bastano due o tre). L'atto principale deve essere immacolato, perfetto, è l'atto che sintetizza tutto il lavoro svolto nel collegio.

2. Tutti gli atti separati vanno verificati uno ad uno, poi fotocopiati e consegnati ai comuni per richiedere i certificati elettorali anche collettivi dei firmatari delle nostre liste, da accludere al faldone.

3. Tutte le accettazioni di candidatura dei candidati, la loro certificazione di iscrizione alle liste elettorali "ad uso elettorale", la loro dichiarazione di insussistenza di cause di incandidabilità. I candidati sia al plurinominale che all'uninominale dovranno produrre due certificati, così chi ha candidature di servizio anche fuori collegio, per ogni candidatura serve un certificato. Chi ha candidati provenienti da fuori collegio (spesso sono romani, ne abbiamo "prestati" molti ai collegi in tutta Italia) invii immediatamente un elenco delle certificazioni necessarie che dovranno partire per via postale espressa oggi stesso.

Il faldone così composto sarà prima verificato dai delegati di collegio (sono i responsabili dello stesso, due effettivi e due supplenti, da indicare in atto principale, sono di solito i candidati più attivi del collegio stesso) e poi consegnati ai delegati regionali che procederanno ad un ulteriore e ancora più approfondito controllo. Saranno poi i delegati regionali, loro e soltanto loro, a consegnare i faldoni riguardanti tutti i collegi plurinominali della loro regione (sia Camera che Senato) in Corte d'Appello nel capoluogo di regione a partire dalle 8 di mattina di domenica 28 gennaio ed entro le 20 di lunedì 29 gennaio.

Chiusa questa fase entro il 31 gennaio verificheranno la correttezza formale della documentazione fornita e dal 2 febbraio inizierà finalmente la campagna elettorale, con la garanzia anche della par condicio televisiva. Dateci armi pari e il Popolo della Famiglia sorprenderà. Il 4 marzo scopriremo quanto: lasceremo l'Italia a bocca aperta. Scommettiamo?