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donna-incinta.jpgLa solerzia dell'Associazione Luca Coscioni nel replicare sul Nuovo Molise alla mia intervista è ammirevole, perché dimostra l'attenzione alla nostra battaglia, anche se la replica è alquanto fumosa. Vediamo di essere chiari. Nessuno toglie ai radicali la paternità della legge 194 (ciascuno è orgoglioso di quel che può...), la lista Ferrara non la considera una buona legge, ma la rispetta e chiede che venga applicata per intero, particolarmente in quella parte, attualmente disapplicata, che impone di aiutare realmente la madre in difficoltà prima di assecondare il proposito abortista.

In questi anni, purtroppo, la legge 194 ha riconosciuto nei fatti il diritto di abortire ma non quello di vivere. I consultori sono stati privati dei mezzi necessari per svolgere la propria funzione. I volontari hanno affrontato una sfida titanica, nell'indifferenza collettiva e dovendosi misurare con resistenze politiche e istituzionali. Il risultato finale è che oggi la legge 194 è uno strumento anticoncezionale, che permette di disfarsi del "fardello" e di non perdere il reality show, com'è successo a Genova. Noi della lista Ferrara non sosteniamo quindi che sia una buona normativa, ma che, finché c'è, va applicata e che deve esserlo completamente. In caso diverso, l'applicazione parziale della normativa produce effetti diversi da quelli voluti dal legislatore e ne fa una legge contra legem.

Altro punto sollevato dall'Associazione Coscioni: avremmo scippato l'idea della moratoria, prendendola dal bagaglio culturale della guerra contro la pena capitale nel mondo. A prescindere dal fatto che non esiste un copyright, le battaglie civili non sono certo appannaggio dei radicali: milioni di cattolici si sono battuti contro la pena di morte, come pure milioni di laici non radicali. La differenza fondamentale è che noi facciamo battaglie civili per la vita, altri per la morte, mascherata da diritto all'egoismo. Mi sembra poi addirittura meschina questa "gelosia" con cui si pretenderebbe di impedire agli altri di lavorare per l'umanizzazione della società e il superamento di quella che è la moderna "strage degli innocenti". Una gelosia che diventa integralismo: l'Associazione Coscioni rivendica l'esclusiva di tutte le battaglie civili in ragione del fatto di aver difeso prostitute, omosessuali, lesbiche. In realtà, il triste novero non si riduce a queste tre categorie, che né i cattolici né la Chiesa hanno mai perseguitato. Piuttosto, i radicali dovrebbero riflettere se non sia venuto il momento di difendere altri "ultimi" come i bambini vittime della pedofilia, frutto di una società confusa e pericolosamente incline a legittimare ogni gusto sessuale, i tossicodipendenti lasciati in balia di una cultura permissivista che li seduce con l'idea che lo spinello "non fa male" e li abbandona nel gorgo delle droghe pesanti, i disabili, moderno "scandalo" di una società che insegue il mito della perfezione eugenetica. Per non parlare dei troppi italiani mai nati.

La replica dell'Associazione Coscioni pecca anche di pressapochismo: presume che, essendo io cattolica, la lista Ferrara sia alle dirette dipendenze delle gerarchie ecclesiastiche, il che non è vero, come sa chiunque abbia letto qualche giornale nell'ultimo mese e mezzo. Infine ipotizza che la Chiesa voglia l'abrogazione della 194. Non mi risulta. E se anche fosse - certamente la Chiesa italiana la considera una pessima legge - non erano forse i radicali a chiedere la separazione tra fede e politica? Bene, si accontentino: c'è una Chiesa che propone la dottrina e ci sono dei laici cristiani che, in piena autonomia, la declinano politicamente. Oppure si vorrebbe farci tacere per il solo fatto che siamo cattolici e non lo nascondiamo neppure?

Il dottor Giannini, coordinatore dell'associazione, mi chiede poi cosa intendo per educazione sessuale: gli ricordo che, almeno i cattolici, l'amore è eros e agape e quando parlo di educazione sessuale intendo educazione alla sessualità nel suo complesso, uno strumento che sarebbe molto utile valorizzare per rendere più efficace la stessa legge 194. Quanto al fatto della contraccezione, va ricordato ai radicali che secondo la letteratura scientifica non è uno strumento efficace per prevenire né gli aborti, nè l'aids. La "ricetta" di installare dei distributori automatici di profilattici nelle scuole molisane non risolverà nulla e non aiuterà la paternità né la maternità responsabile. Apprezzo che l'Associazione Coscioni ammetta la necessità di "proporre alle donne alternative possibili all'interruzione di gravidanza, sempre nel rispetto dell'autonomia decisionale e dell'autodeterminazione del singolo". Peccato che oggi negli ospedali molisani (e non solo) non vi sia affatto quel "clima ostile" contro le donne che vogliono abortire che paventano i radicali: al contrario, come sanno i volontari, troppi medici promozionano l'aborto presentandolo come la soluzione più "pratica". Talmente pratica da produrre qui, in Molise, cento interruzioni volontarie della gravidanza ogni mese.  

Fonte - Prima pagina Molise -