Etica

Uno spin doctor politico per l'Italia

mirror de www.ilcattolico.it

per aiutare una coscienza politica e le scelte referendarie.

NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Per saperne di piu'

Approvo

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Navigando questo sito, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie. Se vuoi saperne di più vai alla pagina della legislazione europea e clicca qui

Etica

baratro3On. Scalfarotto

La Senatrice Monica Cirinnà posta sulla sua bacheca 5 domande per Italia Viva a proposito del #ddlZan.
Ho provato a risponderle io, come segue.

“Cara Monica, la risposta a tutte le domande è sempre la medesima. I numeri tra Camera e Senato non sono gli stessi: se uno non coglie questa banale evidenza può anche tranquillamente cambiare mestiere. Alla Camera abbiamo potuto lavorare e approvare un buon testo, che io ho votato a Montecitorio e ho lavorato perché diventasse legge dello Stato, che però in Senato si sarebbe arenato subito se non fosse stato per il voto del Senatore Cucca di Italia Viva, grazie al quale tutte le deliberazioni in Commisione Giustizia - come sai benissimo - sono passate sempre per 11 voti a 10. Questo ha purtroppo dimostrato a me per primo che la maggioranza in Senato era estremamente risicata e che era necessario, per evitare di andare sotto al primo raffreddore di Cucca, allargare il consenso sulla legge. Una constatazione resa ancora più chiara dal voto nell’aula del Senato sulla sospensiva del 14 luglio quando, a scrutinio palese, ripeto: PALESE, non siamo andati sotto per un (1) solo voto. Era evidente a tutti, insomma, che la legge non sarebbe mai stata approvata così come uscita dalla Camera per il semplice motivo che i voti in aula non erano sufficienti per far fronte a un lungo e rischioso iter legislativo. A questo punto ci siamo divisi: tra noi che volevamo una legge per proteggere le vittime dell’omotransfobia anche a costo di qualche modifica e di qualche mediazione e chi, come voi, voleva invece fare solo una battaglia di principio (magari anche giusta e condivisibile) a costo però di sacrificare la legge (obiettivo molto meno condivisibile). Il risultato è che non avete fatto nulla per evitare un voto segreto che tutti, voi compresi, sapevamo essere a dir poco rischiosissimo e che poteva portare a cancellare tutto il lavoro fatto fino ad allora. Anzi quel voto lo avete cercato. Chiedere alla Lega di ritirare la “tagliola” senza nessuna contropartita concreta era evidentemente solo un modo per farsi dire di no. Perché mai avrebbero dovuto rinunciare a uno strumento di pressione negoziale senza ottenere nulla in cambio? Ma voi sapevate benissimo che pur andando sotto avreste ottenuto l’effetto di essere glorificati da chi voleva solo una battaglia di testimonianza e anche da chi quella legge non voleva (dal Vaticano alla Terragni), e che oggi brinda grazie a voi e allo schianto che avete provocato: tanto il capro espiatorio - Italia Viva - era pronto, anche contro l’evidenza dei numeri. Io credo che il PD si porti sulla coscienza un’operazione che è stata o di assoluta incompetenza (per non aver saputo leggere i numeri dell’aula) o di supremo cinismo: quella di sacrificare le vittime dell’omotransfobia a un’operazione politica di costruzione del consenso. In un mondo normale le domande dovrebbero dunque essere poste a voi, non a noi. Bisognerebbe chiedervi che cosa avete fatto dell’indicazione di Letta di apportare modifiche al testo, fatta da Fabio Fazio la domenica e bellamente ignorata fino al mercoledì del voto; bisognerebbe chiedervi perché non avete accettato il nostro suggerimento di prenderci una settimana di tempo per cercare una soluzione, invece di incaponirvi con una conta che sapevate essere ad altissimo rischio; bisognerebbe chiedervi quanto dovremo aspettare adesso per approvare ora la legge, dato che avete volontariamente sprecato questo momento incredibilmente favorevole; bisognerebbe chiedervi perché le modifiche di cui parla oggi Gianni Cuperlo non le avete offerte prima di andarvi a schiantare e non dopo; bisognerebbe chiedervi cosa avete in contrario a mettere le parole “omofobia e transfobia” nella legge che abbiamo sempre chiamato “legge contro l’omofobia e la transfobia” (soluzione peraltro contenuta in un ddl firmato anche da Alessandro Zan, oltre che dalla Capogruppo Serracchiani e molti altri deputati del PD). Insomma, sarebbe ora che la smetteste con questa inutile solfa su Italia Viva, che aveva solo 12 senatori in aula quando ne sono mancati almeno 19, e ci spiegaste perché avete volontariamente e testardamente cercato la “bella morte”, come del resto tu hai sempre detto era giusto fare, sulla pelle delle vittime dei reati che ancora una volta sono rimaste senza una legge cui appellarsi. Avevate una responsabilità, avete abbracciato una strategia fallimentare, abbiate la dignità di farvene carico, smettendola di puntare il dito contro chi - pallottoliere alla mano - in questo voto non avrebbe in ogni caso avuto un ruolo decisivo. “Meglio nessuna legge che una legge modificata” è stato il vostro slogan di mesi. Come previsto siamo rimasti con nessuna legge, era un rischio che avete perseguito deliberatamente. Smettetela di lagnarvi e se ne siete capaci riproviamo in modo meno ideologico e più pragmatico quando tra sei mesi il regolamento del Senato ce ne darà di nuovo la possibilità”.


Da un Post su Facebook dell'Onorevole Scalfarotto

no discriminazione no ddl zanLa domanda

Per quali motivi il progetto di legge Zan non dovrebbe essere approvato?

Va premesso che la legge italiana tutela già chiunque, cittadino o straniero, da qualunque fatto illecito (penalmente rilevante, o meno, che sia) possa ledere o mettere in pericolo la sua incolumità, i suoi diritti assoluti e relativi e persino i suoi interessi, garantendo il ricorso all'autorità giudiziaria in ogni sede adatta a fare giustizia.

Ciò detto, i motivi per opporsi al p.d.l. Zan sono molteplici, ma è possibile identificarne tre, che appaiono maggiormente rilevanti, sotto il profilo giuridico e antropologico, perché ne deriva una assoluta indeterminatezza della fattispecie, che rende evidente la matrice ideologica e strumentale del progetto di Legge, identificato col nome del suo promotore principale, il Deputato Alessandro Zan.

Continua su ilcattolico.it


mattarellaPaul Freeman

Dopo la scelta del Presidente Mattarella di non appoggiare la candidatura di Paolo Savona al Ministero dell’Economia, si sono scatenate, secondo la "migliore tradizione" italiana, le faziosità attorno alla figura del Presidente della Repubblica.

utero in affitto2– Mirko De Carli, La Croce Quotidiano, 18 Dicembre 2015 –

Il Parlamento europeo ha votato un emendamento che chiede il divieto nei confronti di quella che più volte abbiamo definito sulle colonne de La Croce ‘maternità surrogata’.

P. G. CAutore Giovanni Cavalcoli OPavalcoli - © http://isoladipatmos.com/ - 18 maggio 2015

 

[…] e qui il discorso si può senz’altro allargare a coloro che aspirano ai primi posti anche nel campo della cultura, della scienza, della teologia, delle cariche ecclesiastiche. E qui abbiamo l’esplosione del farisaismo, triste deformazione della vita spirituale e della vocazione del teologo e del pastore, piaga che non risparmia nessun secolo della storia del cristianesimo, scandalosa invasione e soffocamento dello spirituale ad opera di interessi terreni più o meno peccaminosi, soprattutto di potere, di dominio, di efficienza, di prestigio, di successo. Qui è messa in opera l’astuzia più pericolosa e più vicina a quella del serpente della Genesi, perché, se quella del politico approfittatore danneggia o delude nei beni economici, quella del cattivo pastore, del falso profeta o del teologastro manda l’anima all’inferno.

 

Continua su Isola di Patmos

http://isoladipatmos.com/il-fine-non-giustifica-i-mezzi/