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tremonti.jpgUn vecchio testo dell'allora cardinale Joseph Ratzinger pubblicato nel 1985 sulla rivista conservatrice cattolica Communio, Church and Economy in Dialogue. Lo ha citato ieri il ministro dell'economia Giulio Tremonti inaugurando l'anno accademico dell'Università Cattolica a Milano. «Un laico ratzingeriano». Così al Riformista Francesco Cossiga dice che definirebbe oggi Giulio Tremonti. «Un uomo sinceramente affascinato dal pensiero del Papa. Affascinato dal concetto di laicità positiva esposta da Benedetto XVI in Francia: la religione è una risorsa per la società, non un freno». Una definizione, quella di Cossiga, non smentita oltre il Tevere. Qui si dice che la svolta filo ratzingeriana del ministro dell'economia sia sincera. Non si tratterebbe, banalmente, del tentativo di mostrarsi vicino ai princìpi cattolici in vista di una possibile successione a Silvio Berlusconi. In ballo ci sarebbe più che altro una sua personale convinzione: la visione di Ratzinger sulla società - economia inclusa - è la più corretta per l'oggi. Con dei princìpi morali a cui riferirsi, infatti, si governa meglio. La religiosità, se sinceramente vissuta, spinge a fare bene, in politica come in economia. È come una fonte d'ispirazione che porta a intraprendere, a non cedere il passo a quella passività di stampo marxista che frutti amari ha portato nel mondo.
Tremonti ha incontrato Benedetto XVI soltanto due volte: fugacemente due estati fa a Lorenzago di Cadore. Poi, con maggiore calma la scorsa estate, assieme a Cossiga, in una sala dell'arcivescovado di Bressanone, una domenica dopo la recita dell'Angelus. E il fastidio con cui Tremonti ha risposto alla ricostruzione di Francesco Verderami che sul "Corriere della Sera" di domenica scorsa parlava di diversi colloqui riservati tra lui il Papa risiederebbe proprio qui: non è vero che gli incontri siano stati molteplici.
Tremonti ha avuto una sola volta la possibilità di colloquiare con Ratzinger. E il suo interessamento per il Pontefice non avrebbe secondi fini, ma muoverebbe da una sua personale convinzione maturata dopo aver letto con attenzione i suoi scritti e aver ascoltato i suoi discorsi.
Ieri, nella prolusione tenuta alla Cattolica, Tremonti ha citato come profetico in materia economica il testo di Ratzinger del 1985, Church and Economy in Dialogue. L'economia, sostiene Ratzinger, non può essere scissa dall'etica. Il rischio è il collasso del sistema, arrivato vent'anni dopo. Chi ha suggerito il testo a Tremonti? In Vaticano non lo sanno. Pare sia stato lo stesso Tremonti a rintracciarlo.
A conti fatti, la svolta ratzingeriana del «socialista scandinavo» Tremonti - è anche questa una definizione di Cossiga - colpisce. I prodromi c'erano già nel libro "La paura e la speranza". È stato a partire da questo libro che alla Cattolica hanno pensato di invitare Tremonti all'inaugurazione. Poi venne il Meeting di Rimini di Cl, lo scorso agosto. Fu qui la prima volta in cui Tremonti dichiarò di essersi convertito alla triade Dio, patria e famiglia. «È la mia ideologia», disse poi a un convegno di Azione Giovani. Un'ideologia esposta anche a un convegno con Massimo D'Alema e il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone. In sostanza, al fallimento delle ideologie del Novecento (fascismo, comunismo, socialismo, liberismo mercatista), Tremonti propose il trittico caro alle anime più conservatrici del mondo post-ideologizzato. Un balzo in avanti che, assicurano in Vaticano, ha una caratteristica: la sincerità.