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Io la Cassazione la chiuderei, è una Corte che non risponde più al prestigio e all’autorevolezza prevista dalla Costituzione. A settembre presenterò un progetto di legge in proposito. Nulla da eccepire su moltissimi suoi membri, ma non c’è più nessuna garanzia di coerenza tra una sentenza e l’altra; anzi, nelle materie eticamente sensibili, ci sono interventi a gamba tesa.

In linea di principio, il nostro sistema giuridico e costituzionale dovrebbe vietare l’equiparazione di una fattispecie giuridica, civile e costituzionale come il matrimonio e le convivenze; tuttavia questa sentenza si iscrive in una breve e cocciuta strategia di “creazionismo giudiziario”, di “soggettivismo tribunalizio”, che vede taluni magistrati, prendere il posto del legislatore. Unici giudici e legislatori, indifferenti a critiche e auto referenziali. Giudici interpreti unici della volontà del popolo che anche in materia di diritto di famiglia, come già avvenuto con una inquietante similitudine sull’eutanasia di Eluana Englaro, vogliono introdurre le premesse per favorire una vera e propria equiparazione tra famiglia e convivenze varie.

Verrebbe da ridere se fosse una barzelletta, sul piano del buon senso le cose non stanno in piedi, come se il fidanzamento o l’invaghimento portassero diritti e doveri come il contratto di matrimonio. Da ridere per non piangere, considerato che questo atteggiamento politicizzato e ideologizzato di certa magistratura viene sopportato, invece che combattuto, da alte cariche istituzionali.

La sentenza della Cassazione, nota per aver recentemente ritenuto non punibile un rasta, dimostra la pervicacia volontà di magistrati che vogliono piegare la realtà, leggi e Costituzione a proprio piacimento. Un pericolo per tutti, se consideriamo che l’attacco alla famiglia è prossimo alla vittoria. Come nel caso Englaro, così contro la famiglia dapprima a Venezia e poi a Trento si è chiesto alla Corte Costituzionale di intervenire a tutela (parificazione) tra famiglie fondate sul matrimonio e coppie conviventi. Come nel caso Englaro, la Cassazione anticipa i tempi e crea le premesse, col suo “giudizio” illegale, per favorire una via giudiziaria ai Dico o ai Pacs. Inaccettabile, laicamente e democraticamente contrario agli ordinamenti repubblicani.

La politica, invece di inseguire la fantasia giurisprudenziale di taluni magistrati, intervenga per legarli mani e piedi alla legge: la tirannia dei giudici è intollerabile. A meno che non mi si dica che la Cassazione ha preso alla lettera le parole, ma non le ossessioni, di Pedro Aldomovar... Sarebbe ancora peggio.
Luca Volontè
© Libero 8 agosto 2009