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Ma il disegno di legge n. 2121 del Governo Italiano ha “riconfermata” l’eutanasia e l’aborto verso i disabili psico-fisici.

 

L’Assemblea Generale dell’ONU il 6 dicembre 2006 ha adottato questo strumento di valenza internazionale, sottoscritto dall’Italia il 30 marzo 2007 a New York da parte del Ministro della Solidarietà Sociale insieme al Sottosegretario dello stesso Dicastero.

Il testo condiviso da 191 Paesi aderenti all’ONU, escluso il Vaticano e poi spiego le giuste motivazioni, è stato redatto come sancisce l’art.1° “con l’obiettivo di promuovere, proteggere ed assicurare pari diritti alle persone disabili nel rispetto della dignità di ognuno

Ancora una volta la comunità internazionale ha richiamato i principi proclamati nella “Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo” del 10 dicembre 1948 delle Nazioni Unite che riconosce la pari dignità ed i diritti inalienabili degli esseri umani, quali presupposti indispensabili per la pace, la giustizia, la libertà senza discriminazioni.

La “Convenzione”doveva entrare in vigore in quegli Stati, compreso l’Italia, che l’avevano sottoscritta e ratificata entro il 2007, provvedimento non portato all’approvazione del Parlamento Italiano dal Governo Prodi.

 

 

Con il disegno di legge n.2121 del Governo Berlusconi il 20 febbraio 2009 il Parlamento Italiano ha ratificata la “Convenzione” e con l’art.2 l’ha approvata “ in toto” compreso il Protocollo Opzionale ed a mettere in moto l’aborto e l’eutanasia nei confronti ed a danno dei disabili fisici e degli handicappati psichici, “generando” un “Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità” (ennesimo intralcio della non benedetta burocrazia) di non più di 40 persone con un costo di 500.000 euro per gli anni dal 2009 al 2014.

Direi che attualmente non vedo alcuna intenzione né dal Governo, né da nessuna parte politica per il problema malati mentali, ma solo per qualche caso esemplare trattato in modo patologico da tutte le parti, con nessun rispetto per le persone. Tra l’altro una sviluppata concentrazione sul “caso Englaro” ( lasciatela in pace! ), mettendo in ombra le 2000/3000 famiglie che si tengono e curano da anni i loro parenti in stato vegetativo ed i circa 10 milioni di malati psichici ( dalla depressione alla schizofrenia grave) le cui famiglie si devono confrontare quotidianamente con loro.

 

Molti Paesi per l’attuazione di questa “Convenzione” hanno dichiarato :

1.)    che la “Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo” contempla anche i diritti dei diversamente abili, quindi superflua ;

2.)    altri che ogni Stato dovrebbe promuovere un proprio percorso di integrazione della “Convenzione” :

3.)    mentre altri affermano che le leggi nazionali vigenti assicurano una maggiore protezione dei disabili di quanto potrebbe fare la “Convenzione”.

L’Associazione “Cristiani per servire”,ritiene che non sono emerse attenzioni specifiche verso i malati mentali, che come tali non possono partecipare alle attività sociali e culturali “volute” dalla “Convenzione”, continuando a trovare ostacoli , anche, nella legislazione italiana che impediscono in maniera prioritaria al vivere sociale soffrendo di continue violazioni dei loro diritti che si “trascinano” da ben 31anni.

Questo dall’emanazione della legge 180/1978- senza il Regolamento di Applicazione- che ha deciso la chiusura dei “manicomi” e la  833/1978 che ha proseguito il calvario dei familiari dei sofferenti di quella grave ed urgente patologia che è la malattia mentale in tutti i suoi sviluppi.

 

In parole povere quello che non è condivisibile :

 

a.)   per quanto si riferisce la materia riproduzione e pianificazione familiare ( artt.23/ b) e 25/ a) argomento molto contestato.

Siamo in sintonia con il Vaticano per le decisioni assunte, perché pur considerando la “Convenzione” ottima ed importante per il miglioramento della qualità della vita dei 650 milioni di persone con disabilità del mondo ( l’80% dei quali vivono in Paesi in via di sviluppo), quegli articoli (23 e 25) autorizzando l’accesso ai servizi riproduttivi, favoriscono l’aborto, l’eutanasia, la limitazione delle nascite, lo stesso concetto non responsabile dei rapporti sessuali, l’espandersi dell’epidemia dell’HIV/AIDS disattendendo la procreazione responsabile, metodologie di sterilizzazioni che offendono la dignità della  persona, specie per quelle popolazioni più povere e più vulnerabili.

Bisogna considerare che la natura giuridica della Santa Sede è speciale in quanto comprende la Città del Vaticano, che è anche Governo Centrale della Chiesa e l’eventuale ratifica offrirebbe un sostegno morale ad un provvedimento in contrasto con la morale cattolica, specifica della Santa Chiesa.

A nostro modesto avviso la riproduzione e la pianificazione familiare sono in netto contrasto con l’art.10 della “Convenzione” dove “viene garantito il diritto inalienabile alla vita; con l’art.15 “dove nessuno dovrà essere sottoposto ad esperimenti medici scientifici”; e con  l’art.16 dove si protegge “ogni forma di sfruttamento, violenza od abuso”.

E’ veramente inconcepibile e profondamente contradditorio che una società civile e globalizzata che tende costantemente e giustamente a riaffermare il valore della vita ( no alla guerra, no al terrorismo, no alla pena di morte) la si neghi attraverso il tentativo di ”imporre” norme che inducono alla soppressione radicale della funzione generatrice e procreatrice del genere umano.

 

b.)   è il voler associare il malato con minorazioni fisiche ( esempio precaria deambulazione, difficoltà motorie degli arti, cecità ) con il malato mentale ( sofferente dalla depressione-primo disordine funzionale della persona- alla schizofrenia o dissociazione mentale ), in quanto mentre per il primo sussistono possibilità di inserimento sociale e lavorativo, per il secondo si possono attuare cure specifiche, ma non si possono prevedere né tempi di recupero, né proposizioni lavorative, come recita la “Convenzione” all’art.27, che richiedono coesione d’intelletto e responsabilità. Quindi la disabilità fisica, che lo stesso Preambolo lettera e) attesta “un concetto in evoluzione”, deve essere considerata in handicap mentale, per la sua natura specificatamente e particolarmente psichica.

Comunque la “Convenzione” è stata elaborata con l’intento di sostituire le politiche caritatevoli, difformi, come in Italia carente di una vigorosa legislazione, e di welfare nei vari Paesi obbligati ad abolire legislazioni che costituiscono discriminazioni nei confronti de diversamente abili, fermo restando il diritto ad ogni Paese ad applicare norme migliorative rispetto alla stessa “Convenzione” sancite dall’art.4. In conclusione non vogliamo fare tra i due “aspetti di malati” una discriminazione, ma soltanto creare non dico una corsia preferenziale, ma diversa con provvedimenti legislativi da parte dell’Italia, nella ratifica, per la risoluzione di questo particolare, grave disagio sociale.

Cosa avevamo chiesto al Presiedente del Consiglio ed al Parlamento :

1.)   la ratifica della “Convenzione” ai sensi dell’art.43 come consenso vincolante e nel rispetto della dignità umana con precise riserve, ai sensi dell’art.47 e tali da escludere ogni possibile riferimento all’aborto, ad ogni metodo o modalità di salute riproduttiva;

2.)    su proposta del Governo al Parlamento nella ratifica, il riconoscimento giuridico di handicappato mentale, perché l’Italia quale membro dell’ONU può proporlo in base all’art.47 della “Convenzione”, fermo restando il diritto ad ogni Paese ad adottare norme migliorative rispetto alla Convenzione” come recita l’art.4 lettera a) che l’Italia deve applicare in sostituzione delle leggi 180 e 833 del 1978 in conformità della legge n.104/1992 :

a.) rispetto della dignità della persona malata psichicamente;

b.)autorizzazione al trattamento obbligatorio anche in assenza dedl consenso del paziente, almeno in determinate condizioni, con le garanzie di rispetto del paziente considerato persona non padrona delle proprie azioni e dei suoi familiari che, in caso di crisi, non sono in grado di interagire;

b.) realizzazione di strutture territoriali di riabilitazione di lunga durata per i casi più difficili da riabilitare, onde evitare che sulle famiglie gravino un carico insostenibile di disagio, costi e pericoli .

c.) la competenza di istituire, da parte delle Regioni . di Servizi di Riabilitazione territoriali che consentono di rilevare precocemente comportamenti anormali di pazienti conosciuti od ignoti. Ma l’aspetto sanitario è solo parte perché quello socialeè altamente importante.

d.) il “dopodinoi”

e.) con gli attuali euro 255,13 al mese consentono solo di soravvivere.

f.) prevenzione dei disturbi di comportamento e di psicopatie in età evolutiva, a tutt’oggi non ancora valutata, per consentire di affrontare le psicosi ed in particolare la schizofrenia in modo migliore ed efficace.

3.)   Richiesta all’ONU  di indizione di una “Giornata Mondiale sulla salute mentale”

 

Conoscendo la sensibilità delle nostre Istituzioni, siamo in attesa dei provvedimenti legislativi che possono definire questo grave ed urgente disagio sociale.

Sul comportamento del mondo cattolico sulla malattia mentale bisogna riconoscere che è sempre stata data una necessaria, attenta e doverosa risposta cristiana ed un crescente spirito di servizio dalla Chiesa Cattolica in una unità d’intenti notevoli, da parte delle diverse gerarchie ecclesiastiche, propensi a scuotere le coscienze considerando ed invitando il popolo cristiano e non cristiano al rispetto della dignità dell’uomo, uno dei pilastri dell’antropologia umana. In breve posso citare :

a.)    nella “ XI°Conferenza Internazionale Disagio della mente umana” promossa dal Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari del 28/30 novembre 1996 in Vaticano, il Santo Padre Giovanni Paolo II° ebbe a dire, tra altre affermazioni, “la malattia mentale non crea fossati invalicabili né impedisce rapporti di autentica carità cristiana” ( da Atti XI° Dolentium Homminum  n.34 Anno XII° 1997 Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari);

b.)   nel richiamo morale al rispetto della dignità dell’uomo malato psichicamente nel Messaggio del Santo Padre Giovanni Paolo II°, fatto pervenire al Simposio Internazionale “Dignità e diritti della persona con handicap mentale” che l’allora Cardinale Ratzingher, oggi Benedetto XVI° promosse in Vaticano l’8 gennaio 2004, disse tra altro,“di tutele giuridiche capaci di rispondere ai bisogni ed alle dinamiche delle persone handicappate e di coloro che condividono la sua situazione a partire dai suoi familiari”;

c.)     “Impegnarsi verso forme concrete ed efficaci di solidarietà verso la persona umana specie quella che comporta un disagio psichico”, (Prolusione del Cardinale Camillo Ruini Presidente della Conferenza Episcopale Italiana ) è stato l’invito ai Vescovi nella 55° Assemblea Generale della CEI svoltasi nel novembre 2005 per la “ Giornata per la vita” che per  tutti i cristiani, o non, vale il rispetto della vita;

d.)   Con finalità etica e spirituale, nonché pratica dal punto di vista del diritto positivo e da quello Pastorale, il Santo Padre Benedetto XVI°, senza mezzi termini ha affrontato coraggiosamente il disagio psichico nel Messaggio del 16 dicembre 2005 per la 14° “Giornata Mondiale del Malato”, definendolo “ una vera e propria emergenza socio-sanitaria”, richiamando tutti quei Paesi dove non esiste o è parzialmente in vigore “una legislazione definita per la salute mentale” o dove “risultano carenti i servizi insufficienti o in stato di disfacimento” auspicando che crescano “leggi adeguate e piani sanitari che prevedano sufficienti risorse per la loro concreta applicazione”;

e.)   Coscienza critica dell’umanità la Chiesa Cattolica, ed anche varie religioni, mantiene la capacità di denunciare in nome dell’uomo e della morale tutte le storture che si verificano nella società, denuncia tutto quello che congiura contro l’uomo e contro la dignità umana per “quanti” non hanno il tempo, probabilmente, di metter in risalto.

 

In conclusione ( Dostoijevskij diceva che una società è giudicata a secondo come tratta i malati mentali)

Ma la salute mentale,

a.) è tutt’ora “dimenticata” dalle Istituzioni tutte intente quasi giornalmente ad inutili litigiosità, un problema serio, grave ed urgente, forse, non bene recepito ;

b.) è una necessità che non può essere subordinata ad alcuna esigenza di ordine personale o di Stato ;

c.) è un parametro al quale debbono essere subordinati tutti gli aspetti della vita personale e collettiva di persone “psichicamente malate” in condizioni di grande rilevanza nella moderna società .

 

Di fronte ai disagi ed alle sofferenze delle persone affette da handicap mentale, ripeto, assistiamo a tentativi :

a.)    legalizzare l’eutanasia, ed altri “mezzi”, presupponendo di combattere  la malattia,

b.)    discriminare ( per non dire eliminare ) i disabili fisici, o gli anziani non autosufficienti ( come avveniva nell’antica Grecia),

c.)     isolare ( per non dire eliminare) gli handicappati  psichici ( con l’eugenismo, pratica biomedica che spianò la strada alle terribili selezioni del genere umano tentate dai nazisti),

d.)     con la scusa della pietas, “far fuori”i malati terminali ( staccando la “spina”).

Non “serviamo politicamente nessuno”, ma dal Governo Berlusconi ci aspettavamo una maggiore comprensione ed una concreta solidarietà, ma in sintesi, non possiamo non pensare che alcune “argomentazioni” in difesa della qualità della vita ( e questo ormai è comprensibilissimo ) potrebbero nascondere un disegno di selezione del genere umano, in quanto con la scusa di lenire il dolore si potrebbe arrivare ad annientare chi veramente soffre o chi potrebbe soffrire una volta venuto al mondo.

 

In tutto questo noi speravamo assieme all’opinione pubblica, perché la speranza non costa niente e l’illusione aiuta a vivere!

Previte

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