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 Sull'Unità di oggi è uscito un editoriale dai  toni sferzanti contro il  presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, firmato da Susanna Cenni, parlamentare del Pd, : Forza donne mandiamo a casa il sultano,che si vuole sollazzare e rilassarsi con i nostri corpi. E se fossero proprio – scrive la Cenni - le donne italiane quelle vere, che hanno visto in questi anni peggiorare la loro vita, i loro diritti, a sfiduciare il premier?. Per la parlamentare del Pd, c'è un tentativo quotidiano di far perdere alle donne la propria identità di ridurle e semplici corpi, possibilmente belli da vedere; di chi è la colpa di tutto questo, ma di Berlusconi naturalmente.

 

                                                                                                

 

 La Cenni auspica che tutte le donne attivino un tam tam, dai consigli comunali, alle scuole, ai mercati, ai condomini per protestare con forza contro il sultano; si potrebbe  spegnere la tv, e mettere un lenzuolo bianco sul balcone di casa per protestare contro il grande corruttore. Da giorni sui giornali, soprattutto di sinistra si scrive, si ironizza, ci si straccia le vesti per un presidente del Consiglio indegno di aprire un'assise sulla famiglia, proprio lui che non ne ha una degna di questo nome.

 E' veramente paradossale sentirsi fare la morale da gente che ha sostenuto e caldeggiato l'amore libero sempre e comunque, anche con bambini. Sono quei politici, giornalisti, intellettuali, professori, gente dello spettacolo, che hanno promosso la rivoluzione del 68, contribuendo a distruggere la famiglia tradizionale, introducendo, il divorzio, l'aborto, la droga e il suicidio legalizzato, ora ipocritamente sempre gli stessi, magari i loro figli, si fanno paladini e difensori di una morale che non gli appartiene. Compresi quei politici, cattolici (adulti) che avevano sostenuto il matrimonio fra omosessuali e l'equiparazione delle coppie di fatto, ora anche loro si scoprono paladini della famiglia.

 Infatti sempre oggi sullo stesso quotidiano comunista (si può dire), Adele Parrillo, intervenendo sul tema della famiglia ci racconta che oggi non c'è in crisi la famiglia, ma c'è la crisi del modello tradizionale di famiglia, quello basato sul matrimonio unico e indissolubile con molti figli, un modello sostenuto e propagandato dal vaticano a dispetto della realtà. Infatti la sinistra non vuole quella famiglia che ancora una volta ha promosso Benedetto XVI presso la Sagrada familia a Barcellona.

 A questo proposito voglio segnalare un interessantissimo articolo su Italia Oggi, a firma di Serena Gana Cavallo, veramente ben fatto, già il titolo e i sottotitoli, sono significativi: “C'è un giacobino immacolato per parlare della famiglia?”, Saga dell'ipocrisia fra i politici con due o più famiglie, alle volte anche contemporaneamente, infine,  Il Cav Berlusconi non andrà al Forum. Alla fine hanno avuto la meglio i moralisti immorali. (6.11.2010).

 Dopo le dichiarazioni del presidente del Forum delle associazioni familiari, Francesco Belletti, che ha organizzato la Conferenza nazionale della famiglia, in calendario a Milano l'8 e il 10 novembre prossimi, si è aperto un altro e più profondo dibattito morale e politico nel nostro Paese. Pare che Belletti abbia sussurrato che la presenza di Berlusconi, già prevista, sarebbe potuta risultare imbarazzante alla luce di quel che galleggia sui media circa suoi presunti comportamenti sessuali, ma subito dopo sembra  che anche tale dichiarazione sia stata più o meno smentita da un'altra che affermava che “il presidente del Consiglio è un grande valore per la conferenza”, l'importante che i lavori della conferenza si concentrino sui problemi e sul sostegno alle famiglie, piuttosto che sugli stili di vita dei politici. Ma non è bastato i cosiddetti moralisti dell'ultima ora, si sono scatenati, contro la figura del presidente del Consiglio, può, secondo loro, un tal personaggio, carico, come è ormai risaputo, di peccato e forse, come insinuano la ex moglie ed alcuni eminenti psichiatri, addirittura malato, un sex addict direbbero negli Usa, un assatanato tradurrebbero da noi, può permettersi di parlare di famiglia in questo paese, dove la famiglia è l'unico brandello sano di una società malata? Certamente no.

 In pratica, può parlare di famiglia solo chi dimostra di avere una famiglia esemplare e di viverla esemplarmente. E paradossalmente non è chiaro se il fatto di non avere una famiglia, né esemplare né non, potrebbe far ritenere che il Papa non sia all'altezza dell'argomento, ma se il principio suesposto fosse assunto come regola ferrea, il parco dei possibili oratori si ridurrebbe drasticamente.

 Il numero di politici di ogni schieramento che hanno collezionato almeno due famiglie è infatti alquanto elevato, anche se mancano statistiche precise. Alcuni, nel passato, le ebbero anche contemporaneamente.

 La questione, fu sollevata nel 2006, quando il candidato del centrosinistra, era Romano Prodi; a noi cattolici che votavamo per Berlusconi, ci dissero, ma come votate per un puttaniere, e non per Prodi che ha una famiglia da mulino bianco? L'elettore cattolico non deve chiedersi chi è il candidato più santo, anche perché sarebbe un po' difficile stabilirlo, ma chi può tradurre in politica quei principi inderogabili che la Chiesa suggerisce da alcuni anni. Una vera concezione laica della politica esige che lo statista venga giudicato non per la propria vita privata, ma per le proprie scelte pubbliche. Un ministro non dev'essere un maestro di vita, ma un buon amministratore e un buon statista. Paradossalmente un politico divorziato che fosse contrario alla legge sul divorzio, è di gran lunga assai preferibile a un bravo marito che però non creda affatto nella indissolubilità del matrimonio.

 Ma i corrotti non sono solo i politici anche e soprattutto la gente comune; il tarlo della corruzione alberga anche all'interno delle famiglie nostrane, basta sfogliare i giornali di tutti i giorni. La famiglia – scrive Serena Cavallo -  è il soggetto in cui sono maturati i delitti più clamorosi degli ultimi anni e le cronache recentissime confermano questo tragico trend. La famiglia è il luogo in cui si consumano, statisticamente, i casi più frequenti di abusi su minori. Il 70 per cento dei frequentatori di prostitute, pardon, di escort, è coniugato. Nell'usufruire di escort i maschi italiani riversano un bel rivolo di soldi, secondo il quotidiano Repubblica, nel 2008, pare che sono stati, circa un miliardo di euro.

 Concludendo l'editorialista di Italia Oggi, consiglia due cose ai vari Savonarola infaticabilmente fustiganti: la prima è quel che disse un tale circa duemila anni fa e che per l'appunto riguardava proprio i moralisti, ovvero chi è senza peccato scagli la prima pietra; la seconda, considerino, come ha fatto realisticamente il presidente del Forum, che un'eventuale partecipazione di Berlusconi non sarebbe stata per dare la sua ricetta sulla perfetta felicità familiare, ma per dire cosa il governo intende fare per le famiglie italiane. Famiglie che, visto lo stato dell'arte, sia sotto il profilo economico, sia sotto quello dei servizi, sia, magari, anche sotto il profilo psicologico, di aiuto hanno molto bisogno.

 Ecco perché l'assenza di Berlusconi alla conferenza sulla Famiglia a Milano è una sconfitta per tutti, come ha ben scritto Marco Invernizzi, delegato di Alleanza Cattolica al Forum delle associazioni familiari. Per il Governo, che vedrebbe ridimensionato l'eco dopo lo sforzo che ha compiuto per rilanciare la centralità della famiglia con questa Conferenza. Poiché tanti italiani rimproverano questo Governo per non aver fatto nulla a sostegno della famiglia, questa era l'occasione per invertire la rotta. L'assenza del premier farebbe passare l'evento in secondo piano.

Sconfitto sarebbe il Forum delle associazioni familiari che, nonostante le apparenze, ha investito moltissimo su questa Conferenza, sperando che potesse veramente rappresentare un rilancio di attenzione politica verso la famiglia. Ma sconfitta – secondo Invernizzi -  soprattutto sarebbe la famiglia.

 Infine, forse un vincitore ci sarà, coloro che auspicano (e forse stanno già preparando, almeno mentalmente) una Conferenza nazionale non più sulla famiglia, ma sulle famiglie, sui diversi modelli di famiglia che si vorrebbero affiancare e mettere sullo stesso piano di quella fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna.

 

 

 Rozzano MI, 6 novembre 2010

 Festa di S. Leonardo                                                             DOMENICO BONVEGNA   
                                                                                        Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

                                                                                                

 

 

 


          Sui “Dico” è meglio un incoerente che un bigotto.

Di Miradouro

Creato il 01/03/2007 - 07:00

di Domenico Bonvegna

Antonio Socci, su Libero del 21 febbraio si chiedeva se fosse giusto fare l'elogio degli "incoerenti", in pratica di quei politici del centrodestra che pur avendo una situazione familiare irregolare, hanno preso una posizione netta contro i DICO e quindi a favore della famiglia tradizionale con tanto di matrimonio cattolico o civile.

"Si sente dire e si legge: i leader del centrodestra sono tutti separati, divorziati e risposati, come fanno a schierarsi contro i Dico e a dichiararsi paladini del valore della famiglia? Questa critica, politica e morale, è superficiale, totalmente sbagliata. E lo dico avendo 'spazzolato' varie volte, su altri temi, i leader del centrodestra". ( Antonio Socci , Meglio un divorziato pro famiglia di tanti falsi bigotti, 21.2.07 Libero ).

Dopo le elezioni del 9 e 10 aprile dell'anno scorso avevo affrontato questo tema a proposito del voto dei cattolici e mi chiedevo quali erano le condizioni per votare un candidato, fermo restando il principio di un legittimo pluralismo politico.

La Chiesa prima del voto del 9 e 10 aprile aveva dato agli elettori un metro di giudizio molto chiaro, dove ognuno poteva scegliere senza difficoltà. Il Papa e i vescovi hanno fatto un breve elenco di principi inderogabili : difesa della vita , famiglia e libertà di educazione . In pratica essere contro l'aborto o essere contro il buco d'ozono non ha lo stesso peso.

In particolare si faceva riferimento alla Nota Dottrinale del 2002 riguardante, l'impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica , dove c'erano espliciti riferimenti di discernimento per il voto. Quello che ha fatto in questi giorni il cardinale Ruini per orientare i politici cattolici nella scelta sui Dico.

Invece per una serie di ragioni: ignoranza, buona fede, cattivi consigli, orgoglio, malafede, superficialità, mancanza d'amore per la Chiesa e i suoi pastori, "cattolicesimo fai da te", è accaduto che buona parte del mondo cattolico il 9 e il 10 aprile preferisse non tenere conto dei principi inderogabili consigliati dalla Chiesa e ha votato per la coalizione dove ci sono partiti che non rispettano quei principi.

Sulla rivista d'informazione e formazione apologetica Il Timone (maggio 2006), Mario Palmaro individuava tre criteri per non dare la preferenza politica ad un candidato. La moralità del candidato , la simpatia , la sua "opzione preferenziale per i poveri" . I cattolici che hanno messo al primo posto lo "stato di vita"del leader politico, come Romano Prodi, hanno sbagliato.

"Per un cittadino(cattolico o laico che sia) è meglio essere governato da uno statista che fa legge utili al Paese, segnatamente alla famiglia, pur avendo privatamente una situazione familiare complicata, oppure da uno statista che ha una famiglia da 'Mulino Bianco' , ma fa politiche devastanti contro le famiglie altrui e contro il Paese?" .

Non è un mistero che Prodi, esibisce una famiglia idilliaca, ma come Capo del governo vara una finanziaria dove più la famiglia è numerosa e più aumentano le tasse e poi il ddl sui Dico. "Una vera concezione laica della politica esige che lo statista venga giudicato non per la propria vita privata, ma per le proprie scelte pubbliche. Un ministro non dev'essere un maestro di vita, ma un buon amministratore e un buon statista. Da uno statista si deve esigere che rispetti gli impegni presi con gli elettori: questa è la moralità della politica. E Prodi sta facendo l'esatto contrario". (Ibidem)

Del resto la Chiesa ha sempre giudicato i politici per le loro scelte sul bene comune e alla "Libertas Ecclesiae", non in base ai loro peccati personali dei quali si occupa il confessionale.

Confondere il piano dei peccati personali, di cui ognuno risponderà a suo tempo al padre Eterno, con il terreno dei programmi politici che quella stessa persona vuole (o dice di) voler realizzare, è un grosso errore. Paradossalmente abbiamo politici sposati non divorziati, ma che sono favorevoli in linea di principio al divorzio e agiscono in partiti e alleanze che non si sognerebbero mai di mettere nemmeno in discussione questo "diritto civile". Ciò che conta in un politico sono le leggi e le scelte di governo che vorrà adottare.

Del resto nella storia della Chiesa ciò che ha fatto grande il papato, non è sempre stata la santità dei suoi protagonisti, ma la capacità d'ogni successore di Pietro di custodire la retta dottrina. Un capo di governo non deve custodire verità di fede, ma deve operare per il bene comune, vale a dire preservare o recuperare, se ce ne sarà il bisogno, la Legge Naturale . Per paradosso: un politico divorziato che fosse contrario alla legge sul divorzio, è di gran lunga assai preferibile a un bravo marito che però non creda affatto nella indissolubilità del matrimonio.

Ricapitolando, l'elettore cattolico non deve chiedersi chi è il candidato più santo, anche perché sarebbe un po' difficile stabilirlo, ma chi può tradurmi in politica quei principi inderogabili che la Chiesa ha suggerito.
Infine, non vale il criterio della simpatia del candidato . Scegliere un politico perché è fotogenico, perché parla bene non ha senso. Gli uomini passano, chi oggi occupa le prime pagine dei giornali, domani sarà dimenticato. Ciò che invece resta sono le leggi e i cambiamenti culturali che questi impongono, fra qualche anno Marco Pannella non ci sarà più. Ma il carico di morte e di devastazione che la sua azione politica ha portato segnerà a lungo non solo la nostra vita, ma quella delle future generazioni.

Non si può accettare neanche il criterio dell' attenzione per i poveri . Esistono nel mondo cattolico molti che si fanno incantare dalla famosa "opzione preferenziale per i poveri". Attempate dame di san Vincenzo e generosi preti impegnati nella Caritas votano a occhi chiusi i candidati 'attenti' agli extracomunitari e ai senza tetto. Si rimane allibiti come questi fratelli nella fede non sappiano riconoscere chi sono i poveri di cui oggi dovremmo principalmente preoccuparci: i bambini a cui è impedito di nascere; ma anche i figli di coppie divorziate per i quali le forze politiche emergenti preparano divorzi ancora più rapidi; adolescenti confusi che saranno costretti a vedere una società in cui uomini si 'sposano' con uomini e donne con donne; coppie monoreddito che saranno penalizzate perché la donna vuole fare la madre a tempo pieno; anziani, malati e handicappati avviati all'eutanasia. Senza dimenticarsi del più povero dei poveri: ogni uomo che non ha incontrato Cristo, e che certo avrà sempre meno possibilità di incontrarlo in una società secolarizzata e anticattolica".

S. Teresa di Riva, 28 febbraio 2007

Domenico Bonvegna
bonvegnadomenico[chiocciola]tiscali.it

 

 


Berlusconi, il Forum delle famiglie e l'ipocrisia

 

I quotidiani di giovedì 4 novembre scrivono di uno scontro aperto fra il Forum delle associazioni familiari e la Presidenza del Consiglio a proposito della presenza di Silvio Berlusconi prevista a Milano, lunedì 8 novembre, all'inaugurazione dei lavori della Conferenza nazionale della famiglia organizzata dal Governo italiano.

Tutto viene mediaticamente giocato attorno alla parola imbarazzo che il Presidente del Forum Francesco Belletti ha pronunciato nell'ambito di una lunga intervista con un giornalista dell'Ansa. Questo è bastato per costruire la falsa verità di un conflitto fra il Forum, che riunisce 49 associazioni del mondo pro-family, quasi tutte di area cattolica, e il Governo di Berlusconi. E chi ha spinto in questa direzione forse spera che il Presidente del Consiglio non si presenti a Milano, per sottolineare così il suo isolamento rispetto al mondo cattolico.

Per capire come stanno veramente le cose e per fermare il gossip mediatico bisogna leggere quanto si trova sul sito dello stesso Forum:

«Un'occasione che riteniamo non debba essere vanificata da un'attenzione mediatica distratta rispetto ai contenuti ed alle cose concrete» (www.forumfamiglie.org), dove il riferimento è alla Conferenza sulla famiglia di Milano, nell'ambito della quale il Forum presenterà tutta una serie di proposte articolate perché il Governo faccia finalmente qualcosa di concreto a favore della famiglia.

 E veramente singolare la mentalità dei mezzi di comunicazione in Italia. Una manifestazione, preparata da mesi, con proposte importanti a favore di una cosa che bene o male riguarda tutti, come la famiglia, viene ignorata fino a quando a qualcuno scappa una parola che si presta a essere usata contro il premier, per ragioni peraltro di basso profilo. E allora tutti i nemici di Berlusconi si scoprono paladini della famiglia, compresi i politici cattolici che avevano sostenuto il matrimonio fra omosessuali e l'equiparazione delle coppie di fatto.

Non si può non avere la sensazione che dietro questi atteggiamenti da parte di forze politiche e di mezzi di comunicazione, così sproporzionati, non faccia capolino un sentimento che non si vorrebbe mai vedere: l'odio. L'odio ad personam.

 

Marco Invernizzi

 redattore de Il Timone e collaboratore di Radio Maria.