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Ieri a Strasburgo il Parlamento europeo ha definitivamente bocciato l'ACTA, l'Accordo Internazionale Anti Contraffazione (Anti Counterfeiting Trade Agreement) siglato a Tokyo nel gennaio scorso. Una decisione che in molti attendevano e in cui ormai speravano. Durante la discussione su ACTA, il parlamento è stato oggetto di una pressione senza precedenti da parte di milioni di cittadini europei che hanno chiesto la bocciatura del testo, con manifestazioni per strada, e-mail ai deputati e telefonate ai loro uffici. La maggioranza è stata schiacciante: 78 deputati hanno votato contro ACTA 39 a favore e 165 si sono astenuti.

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Ricordiamo che l'ACTA ha come obiettivo quello di contrastare la contraffazione della proprietà intellettuale (ossia le violazioni del copyright), soprattutto quella che avviene su Internet, attraverso un'azione comune e più incisiva da parte di tutti gli stati firmatari.

In buona sostanza, il documento intende imporre agli ISP (Internet Service Provider) di fornire, non già alla giustizia, ma direttamente ai titolari dei contenuti violati (le grandi industrie) o alle autorità preposte al controllo della proprietà intellettuale (da noi, potrebbe essere l'AGCOM) ogni tipo di informazione che permetta di identificare l'autore di una violazione del copyright su Internet.

Potrebbe così bastare, nella lista dei risultati di una ricerca fatta su Google, un link a un file pirata per imporre al colosso di Mountain View multe salatissime. Oppure sarebbe sufficiente che un utente di Facebook condivida sul proprio profilo un video prelevato da YouTube perché le sue generalità vengano comunicate dal social network alle autorità.

La principale sostenitrice dell'ACTA è stata, da sempre, la Commissione Europea. Ma già il Garante europeo si era schierato contro le tecniche invasive dell'accordo, suscettibili di violare la privacy di milioni di netizen. Insieme ad esso, una serie di associazioni di tutela dei diritti sulla rete (che hanno raccolto ben 2.4 milioni di firme) e una schiera di giuristi, soprattutto convinti che le nuove norme avrebbero portato a una forte limitazione nella ricerca e sviluppo dei farmaci, ai danni dei paesi in via di sviluppo. Infatti, l'ACTA avrebbe consentito alle grandi case farmaceutiche di richiedere, a chi sviluppa medicinali generici in grado di salvare vite, i nominativi di chi svolgeva ricerche su farmaci già brevettati, impedendo loro le prosecuzioni degli esperimenti. Anche la Commissione Commercio Internazionale del Parlamento europeo aveva votato, qualche giorno fa, per il rifiuto dell'ACTA, con 19 voti contrari e 12 a favore.

Secondo il relatore della Commissione David Martin "ACTA non è l'accordo giusto per affrontare su scala commerciale la contraffazione e la pirateria".

Avv. Angelo Greco (http://laleggepertutti.it).

Fonte: http://www.megalab.it/