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Giacomo Galeazzi

A un mese dal voto il monito del presidente della Cei nella prolusione al consiglio permanente

GIACOMO GALEAZZI
CITTA' DEL VATICANO "E' un insulto sprecare i sacrifici degli italiani". I vescovi italiani evidenziano "fronti di crisi che ci sgomentano", ma non danno indicazioni di voto ai fedeli. La loro missione è "impiantare un germoglio di eternità nell’umana gestazione della vita", premette Angelo Bagnasco nella sua prolusione al consiglio permanete della Cei.

"Non è vero che a noi interessa far politica, noi vogliamo dire Gesù", tiene a chiarire, limitandosi a dire che "votare è un dovere irrevocabile".

A meno di un mese dal voto il leader dell'episcopato traccia linee "alte" per la vita privata e pubblica dei cattolici. La Cei mette in discussione  "il meccanismo consumi-spesa-debito pubblico" ed esorta ad "abbandonare la logica delle illusioni che ha fatalmente mostrato la propria assoluta inadeguatezza morale e pratica".

"C’è "da rivoluzionare il modello grazie al supporto di un pensiero nuovo, fermamente convinti che il lavoro è definitorio dell’umano". Il lavoro, sottolinea Bagnasco, è "la nobile partecipazione dell’uomo all’opera del Creatore, consente il dignitoso sostentamento, contribuisce alla costruzione della società, esprime le potenzialità di ciascuno nell’armonia generale, genera futuro per tutti". E "la giustizia chiede di superare lo squilibrio tra chi ha il superfluo e chi manca del necessario". Certo, "azioni importanti nell’ultimo periodo sono state fatte per recuperare affidabilità e autorevolezza, a prezzo anche di pesanti sacrifici non sempre proporzionatamente distribuiti". Il Paese "ha tenuto duro, avvertendo intuitivamente che stava facendo quello che bisognava fare.

Resta ora da saldare in modo anche visibile la disponibilità della gente con il costume pubblico e politico". Non c’è "un rigore istituzionale degno di questo nome se non ci sono formazioni politiche che lo assumono su di sé", lo interpretano con scrupolo, ciascuna con le proprie sensibilità, ma alla fine su di esso sostanzialmente convergono. Si respira, ammonisce Bagnasco, "uno sbilanciamento tra il desiderio popolare di uscire dal tunnel e ciò che viene messo  in campo perché l’impresa riesca grazie all’iniziativa dei pubblici poteri". La disoccupazione giovanile è "un'epidemia che non trova argini", mentre "ci si chiede se le iniziative legislative che si sono finora succedute abbiano determinato sollievo o aggravamento".

Bisogna che "le competenze migliori cooperino in uno sforzo solidale e così ogni istituzione, affinché si possa vedere e toccare il rilancio dell’occupazione e dell’economia". Rilancio per il quale "la gente ha accettato sacrifici anche pesanti". Quindi, "tanto patrimonio di responsabilità e rigore, di dignità e adattamento, non può andare sprecato per colpa di alcuno". Sarebbe "un insulto", e invece "si deve cominciare a vederne i frutti".

Inoltre va "abbandonata la logica dell’essere contro a prescindere".  Atteggiamento che "appare come un’offesa all’intelligenza e alla serietà delle questioni". Il capo dei vescovi stigmatizza la "logica del sospetto ideologico", che "genera divisioni artificiose, contraccolpi indesiderati, ritorsioni a loro volta superficiali e dolorose".

All'ordine del giorno dei lavori, aperti oggi da Bagnasco, l'approfondimento del recente "Motu proprio" Intima Ecclesiae natura, che sottolinea le responsabilità dei Pastori rispetto alle molteplici forme di carità che coinvolgono la comunità cristiana. Vi sarà, quindi, l'esame e l'approvazione di una Nota pastorale (curata dalla commissione episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali e da quella per la famiglia e la vita) sul valore e la missione dell'oratorio. I vescovi guardano a questa realtà come a una delle proposte più significative, ricca di tradizione e, nello stesso tempo, capace di garantire un continuo rinnovamento per rispondere alle odierne esigenze educative. Con la finalità di riproporre una più incisiva azione pastorale nell'ambito della catechesi e della formazione dei catechisti, verrà presentata e discussa una proposta organica di indice per un testo di orientamenti per la catechesi. 

Tra le altre tematiche che interesseranno il consiglio, una comunicazione sugli ultimi sviluppi della legislazione italiana in materia di Imu ed enti ecclesiastici, nonche' sulle prospettive di evoluzione anche in riferimento alla dimensione europea.  Venerdì, alla la Sala Marconi della Radio Vaticana, si terrà, infine, la conferenza stampa di presentazione del comunicato finale con monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Cei. nella prolusione Bagnasco ammonisce: "Nutrire più rispetto per l’economia sociale e civile, e per le sue esperienze più tipiche in quello che è chiamato il Terzo settore, è condizione per continuare a disporre del cespite di un’economia prossima a tutti e certamente propizia per la collettività".

A proposito della sanità, da una parte il presidente della Cei "condanna gli imbrogli, i maneggi, le astuzie che si consumano in un settore ad altissima vocazione altruistica", dall’altra "prende le distanze da logiche irrazionalmente pretenziose e talora esclusivamente campanilistiche". Bagnasco chiede "che la politica dei tagli sia compensata e guidata dal criterio che al centro vi sia sempre la persona del paziente". Quale che sia la sua età e condizione, "la persona del paziente va prioritariamente salvaguardata". Per questo "ci sono specialità, competenze e ricerche che vanno strategicamente preservate". Non ci devono essere "privilegi", ma neppure "visioni ristrette o punitive". Sos in particolare per le popolazioni del Meridione, "non da oggi vessate dalla malavita, i cui tentacoli ormai si allargano all’intero Paese". Dunque, "dobbiamo vigilare, resistere, incoraggiare, denunciare, bonificare e recuperare: tutto in una chiave di educazione e promozione umana che è inseparabile dall’evangelizzazione".

© http://vaticaninsider.lastampa.it - 28 gennaio 2013

Prolusione Card. Presidente - CONSIGLIO PERMANENTE Roma, 28 - 31 gennaio 2013