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ipocritidi Mario Adinolfi

Beatrice Lorenzin ha presentato le linee guida sull'eterologa in Parlamento. Bene. Dico bene solo perché c'era gente del Pd, tipo il presidente della Regione Toscana o quel piccolo genio di Michela Marzano, che spiegava che non c'era bisogno di nessun intervento normativo sull'eterologa e che sostanzialmente ognuno potesse fare come gli pare. Almeno questo ci è stato risparmiato. Ci sarà un decreto legge. Ma il contenuto del decreto non ci piace.

Non ci piace l'eterologa di Stato, pagata dal Servizio sanitario nazionale, con i centri autorizzati dunque che faranno lievitare i costi tanto paga Pantalone e il modo con cui li faranno lievitare neanche vogliamo immaginarli, sarà roba da film dell'orrore. Non ci piace il via libera alla doppia eterologa, cioè non appartiene alla coppia né il seme né l'ovulo, perché veramente non riusciamo a capire perché una coppia in queste condizioni non faccia una più semplice domanda d'adozione, ci sono tanti bimbi che hanno bisogno di un papà e di una mamma non biologici ma adottivi. Non ci piace il donatore da dieci figli e anche più se le coppie ne fanno richiesta. Non ci piace l'ipocrisia sui "rimborsi spese", tanto si sa che nessuna donna si sottoporrebbe mai a bombardamento ormonale per mesi, sedazione profonda e agoaspirazione per "donare" i suoi ovuli; se li vende, almeno fateci leggere un tariffario, fate capire a tutti che avete reso la vita un prodotto da supermercato. Non ci piace soprattutto che non si sia fatta chiarezza: questi poveri bimbi avranno diritto o no a sapere da dove e da chi provengono, biologicamente parlando? Ancora un non detto, ancora ipocrisia.

I circoli di Voglio la mamma si oppongono a questo frullato di norme senza senso e chiedono a Beatrice Lorenzin un sussulto di coscienza, visto che il decreto deve essere ancora materialmente scritto. I figli non si pagano, l'eterologa di Stato è una vergogna. Ha perfettamente ragione il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, che concludendo un nostro incontro alla Festa Di Avvenire a Lerici ha affermato che stiamo passando "dai banconi del laboratorio ai banconi del mercato", con la riproduzione umana che viene considerata non più come il frutto dell'incontro tra un uomo e una donna, ma biecamente come il più grande business del ventunesimo secolo. C'era la felice eccezione italiana, il baluardo Italia. Lo stanno sgretolando, tra poco non ci sarà più. Ma noi daremo battaglia.

Ora e sempre, resistenza.

 

Fonte: Facebook - Mario Adinolfi