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etica e comunicazioneLa politica è cosa nobile. E’ arte. E’ senso di appartenenza. E’ amore per le radici. E’ una forma alta di carità. (1)

Però non è “ristretta” alla dimensione di un partito, ma avvolge molti ambiti.

Quello formativo, nella ricerca continua dei fondamenti, che sono poi quelli che Dio ha immesso nel cuore degli uomini e che chiamiamo Morale Naturale.

Quello di “movimento” come corrente intuizionale di una idea, di una buona e bella idea, magari fondante molte altre.

Quella strettamente sociale che si occupa appunto degli aspetti legati al sociale,allepolitiche sociali.

Quella partitica che attorno ad una buona idea, una felice intuizione, fa tesoro degli aspetti formativi, del movimento, della sensibilità sociale e si gioca operativamente.

E così via.

Ma questi piani sono distinti e tutti fanno parte dell’alveo politico. E possono e devono avere aspetti inter-comunicanti. Per la reciprocaricchezza e fruizione.

Ma i partiti non sono la politica, ne sono un piano.

Il cattivo agire delle correnti partitiche hanno depauperato il significato intrinseco del termine “politica”. Questa cattiva prassi ha generato pessima educazione civica. E questo ha creato nevrosi. Dissociazione. Ove le parole fondanti e i simboli vengono negati, nasce la nevrosi. Sovente sotto forma di idolatria o di correnti ideologiche.

Ad esempio le correnti gaye (non di certo le persone con orientamento omo-affettivo) non sono altro che una nevrosi ideologica generata da una cattiva vita politica. Di una obnubilazione della vita politica, della morale naturale, del senso civico. Con il fiorire inevitabile dell’individualismo, soggettivista e narcisista. Il capitolare di questo soggettivismo porta alle derive "auto-deterministiche" e al produrreleggi "oscene" come il recente "maxi-emendamento" trasformazione del DDL 2081.

Proprio per tutti questi motivi auspico che il Comitato Difendiamo i nostri Figli, nato da una bella intuizione su una situazione di fatto disastrosa a livello antropologico, possa continuare il suo specifico luogo di “movimento” ed anzi possa aggiungere e far nascere al suo interno dimensioni strettamente formative che approfondiscano la Morale Naturale, su più fronti operativi, testimoniali. Come auguro che tale intuizione sia distinta – pur inter-comunicante – con la bella e preziosa e avventura partitica del Popolo della Famiglia. Avventura neonata.

Vocazioni diverse. Strategie diverse, piani diversi; ma inter-comunicanti. La diaspora non sempre è dannosa. Il cristianesimo è cresciuto con la diaspora fisica, logistica ma si è mantenuta feconda perché ruotante attorno ad un centro. Che non le viene tolto.

Come ricorda papa Francesco è importante che i cattolici siano in politica.
In diverse forme e modi. (2)
L’importante è (come dicevo anche qui) che non si abbia la pretesa di fare un partito cattolico, ma piuttosto che si cerchi di fare un partito fondato sui principi naturali della morale e della costituzione.
Questo sia perché vi è l’importante compito a lungo termine – e questo sì, realmente politico – di riscoprire e restituire la grammatica naturale, il più possibile.
Secondo, perché l’idea di un partito cattolico, oggi, conterrebbe in sé idee malsane di trionfalismo che dietro l’apparenza di avere un solo popolo cattolico in realtà capitolerà, inevitabilmente, verso le nostre peggiori parte basse e non invece verso la sua dimensione di servizio di illuminare e far germogliare maieuticamente, rendendolo vivo, il vero, il bello ed il buono che Dio ha seminato nel cuore degli uomini.
Diverso è invece il compito formativo e, naturalmente, diverso è il compito pastorale.
La dimensione pastorale è chiamata ad illuminare e purificare le intrenseche contraddizioni che l'uomo porta in sé, e che la politica partitica non può fare, ed illuminarle con la grazia. Ma il suo ambito di intervento è diverso. Anticipa e sana persino il pre-politico.

 
Paul Freeman

(1) http://www.cristianocattolico.it/catechesi/catechesi-del-santo-padre/udienza-alla-comunita-di-vita-cristiana-cvx-e-alla-lega-missionaria-studenti-d-italia-30-04-2015.html

(2)  "Ma, si sente: “Noi dobbiamo fondare un partito cattolico!”: quella non è la strada. La Chiesa è la comunità dei cristiani che adora il Padre, va sulla strada del Figlio e riceve il dono dello Spirito Santo. Non è un partito politico. “No, non diciamo partito, ma … un partito solo dei cattolici”: non serve e non avrà capacità convocatorie, perché farà quello per cui non è stato chiamato. “Ma, un cattolico può fare politica?” – “Deve!” – “Ma un cattolico può immischiarsi in politica?” – “Deve!”." (Papa Francesco, Udienza alla “Comunità di Vita Cristiana” (CVX) e alla Lega Missionaria Studenti d’Italia, 30.04.2015)