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popolo della famiglia copydi Davide Vairani

È consolante guardare le facce delle tante donne e uomini che si sono messi in gioco per il Popolo della Famiglia in decine e decine di Comuni per le prossime Amministrative del 05 Giugno 2016. Sono facce consolanti perché (tranne pochissimi, forse) non hanno mai “fatto politica”. Forse mai si sarebbero sognati che un giorno qualcuno li avrebbe chiamati per dire loro: “Vieni, c’è bisogno di te!”.

Eppure è accaduto proprio così. E questo è consolante. Consolante perché è proprio quando non te l’aspetti che accade qualcosa di imprevisto destinato a capottare la tua vita. Accade per la storia di ciascuno di noi, accade allo stesso modo nei contesti più disparati dove mai ti aspetteresti qualcosa di simile, in politica ad esempio. Quella politica che fa schifo a tutti perché è un magna magna, perché non c’è posto per i galantuomini e le persone oneste. Confesso: non ci credevo al progetto “Popolo Della Famiglia”. Non ci credevo perché non ne vedevo gli spazi, non ne vedevo l’utilità in questo momento storico. Perché buttarsi in politica proprio adesso, proprio quando stava nascendo un popolo con i Family Day? Aggiungere un partitino al panorama già saturo di liste e partiti che ingolfano la vita politica del nostro Paese? È questo di cui davvero c’è bisogno? Ebbene, mi sbagliavo. Quando Mario Adinolfi ci ha anticipato cosa voleva fare, i suoi dubbi e (soprattutto) le sue scommesse che aveva già stabilito, sono stato forse l’unico ad alzare bandiera contraria. A contestare. A mostrare i miei dubbi e le mie preoccupazioni: adesso crolla tutto. Crolla tutto ciò che abbiamo provato a mettere in piedi in questi due anni con i Circoli Voglio La Mamma, La Croce quotidiano, il Comitato Nazionale Difendiamo i Nostri Figli…. Dopo un mese o poco più dalla Convention dei 300 a Roma che battezzò la nascita del Popolo della Famiglia, ammetto che ho sbagliato. Non mi importano i conti e i numeri. Non mi importa in quanti Comuni il Popolo della Famiglia conquisterà bandierine di candidati nei Consigli Comunali e Municipali. Non mi importa. Non mi importa perché la scommessa ardita è già vinta. C’è un popolo di volti che non ci ha pensato due volte a metterci la faccia rischiando il tutto per tutto. Rischiando di perdere amici e conoscenti, rischiando di avere problemi sul posto di lavoro, mettendoci l’anima a condurre una campagna elettorale senza soldi e senza aiuti da nessuno. Eppure oggi sono tutti lì: schierati al nastro di partenza in centinaia di Comuni italiani. Lo vedi nei modi di fare la differenza con gli altri schieramenti. Leggi post sui social di candidati che con timidezza alzano la mano per dire “ci sono anche io!”, che non pretendono nulla, non hanno la scaltrezza dei politici di professione, non fanno tattiche e non giocano con gli elettori. Dicono ciò che pensano, a volte con ingenua tenerezza. È consolante. È consolante che mi sia sbagliato. È consolante e commovente guardarvi, amiche e amici del Popolo della Famiglia. Nei vostri occhi vedo la passione e la voglia di testimoniare una presenza cattolica nella politica italiana, nei vostri quartieri, nelle vie e nelle contrade dove siete nati e vivete. Null’altro vedo. Ed è consolante. Si dirà che non siete politici di professione, che la politica è cosa impegnativa che comporta sacrificio e non è fatta per voi, ma voi già lo sapete. Non ascoltate chi ve lo dice per togliervi quell’entusiasmo e quella baldanza che vi portate negli occhi. Non ascoltate le Cassandre che oggi vi snobbano e bi sputano addosso e ripetono slogan triti e ritriti per demoralizzarvi. Sono felice di essermi sbagliato. Mai come oggi la politica ha bisogno di facce nuove. Facce che portano la propria storia come credenziale nelle polis, che hanno voglia di lavorare per il bene comune. La macchina burocratica-amministrativa è complessa? Bene, imparerete a conoscerla. I temi sono tantissimi. Bene, imparerete a misurarvi a 360 gradi. Non è la tecnica e il sapere che oggi manca nelle nostre città: ciò che manca sono persone che non hanno paura. E voi lo siete, care amiche e cari amici del Popolo della Famiglia. Voi lo siete. “Bella l’idea. Ma che vi voto a fare? Non siete in grado di avere la maggioranza dei voti, il vostro è un voto inutile..”. Sento qua e là questo ritornello. No. Il voto al sprecato, un voto di bandiera, un voto di testimonianza simbolica. È un voto che pesa. Ogni voto sottratto ad altri è un voto per la famiglia. È un voto che scommette e impegna il futuro, forse anche il presente. Ma soprattutto impegna il futuro: diventare presto un Movimento su scala nazionale capace di avere i numeri per contare, per condizionare gli opposti schieramenti nel fare una scelta. O con la famiglia o contro il futuro del nostro Paese. Questa è la scommessa del Popolo della Famiglia. Una scommessa che inizia a prendere corpo il 05 Giugno in tanti Comuni italiani. Ma è solo la prima tappa. Ogni voto al Popolo della Famiglia è un salvadanaio che si riempie per ingrossare le fila di donne e uomini che ambiscono a condizionare la politica nazionale. E intanto a cambiare il modo di amministrare i nostri comuni. Utopia? Non lo so. Io so che occorre avere fiducia quando qualcuno di cui ti fidi lancia una profezia e prova a guardare avanti. Solo i miopi e gli impavidi guardano il dito anziché la luna. Mario e Gianfranco hanno provato ad indicarci la luna. Ebbene, proviamoci. Convinciamo uno a uno chiunque incontriamo che un voto per il Popolo Della Famiglia è un investimento sul futuro della nostra società. È un voto di resistenza, un voto che vuole gridare “adesso basta!”, investiamo sulla famiglia e sui figli, scommettiamo sul futuro dell’Italia. Non c’è altra strada. Non ci sono scappatoie. Adesso un “partito” che ha come programma l’articolazione concreta della Dottrina Sociale della Chiesa c’è: non ci sono più alibi.

 

© http://www.lacrocequotidiano.it/ - 4 giugno 2016

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