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family day 30 gennaioGrazie tante a Mario per il suo impegno a tempo pieno a favore della famiglia, ed altrettanto a Massimo per lo spazio che ha sottratto per il medesimo motivo alla sua professione.

 

Cari Mario e Massimo, il Popolo del Family-day (FD)
deve sapere subito da voi la verità per votare consapevolmente

A tutti noi è noto quanto occorso dopo il FD del 30.01.16 che aveva portato per la seconda volta, nel giro di sei mesi, un milione di persone in piazza a Roma. Il portavoce Massimo Gandolfini si era detto in seguito favorevole al solo inserimento di nominativi cattolici nelle liste dei “partiti amici già esistenti” nell’area di centrodestra, mentre Mario Adinolfi, suo braccio destro, aveva preferito optare per una soluzione più radicale fondando ex-novo il Popolo della Famiglia (PdF). L’operazione era dunque esitata in una spaccatura traumatica e ora che siamo in vista delle elezioni politiche dobbiamo poter leggere lo scenario per operare la scelta giusta.
Partiamo con l’analisi più semplice, quella riguardante la scelta di Adinolfi col suo PdF. La strada intrapresa da Mario è indubbiamente quella più ardua perché: non accetta compromessi sui valori; parte da zero con la costruzione forse velleitaria di creare dal nulla un nuovo partito; non ipotizza alleanze per la posizione valoriale dura e pura ancorata ai valori non negoziabili. Inutile dire che si dimostrerà vincente unicamente se riuscirà a superare lo sbarramento del 3% guadagnando la conseguente rappresentanza parlamentare. Insomma, o la va o la spacca.
La posizione di Gandolfini, promotore del Comitato Difendiamo i Nostri Figli (CDNF) è più articolata da valutare nelle sue potenziali conseguenze. La scelta di limitarsi a inserire dei nominativi nelle liste di partiti di centrodestra comporta certamente un primo compromesso rinunciando alla “pienezza valoriale” cui solo Massimo si ispira (si veda per esempio la riapertura delle case chiuse promossa della Lega, il voto ambiguo sulle DAT di FdI, la visione laicista di FI e tanto altro come il favore all’uso di politiche anticoncezionali come la pillola del giorno dopo etc). In seconda battuta deve essere valutata la qualità e la quantità della rappresentanza parlamentare che Gandolfini otterrà a fronte dell’appoggio che il suo CDNF offrirà ai suddetti partiti. Non si tratta davvero di un dettaglio poiché, al tavolo delle trattative, i politicanti esperti cercheranno di pagare a Gandolfini il minimo prezzo in termini di seggi parlamentari. Pur dando atto al medico bresciano che saprà ben selezionare i suoi uomini da mandare in Parlamento, dovremmo almeno sapere quanti piazzamenti è riuscito a ottenere e soprattutto la bontà degli stessi (si tratta di posti in cui è reale la possibilità di essere eletti?). In altre parole Gandolfini deve rendere conto pubblicamente a tutta la gente del FD dell’esito delle trattative in corso coi partiti. Inutile dire che il numero di parlamentari da pretendere e ottenere non può certamente essere esiguo (almeno 20/30) poiché la “merce di scambio” messa sul tavolo è costituita da quella piazza del FD con tutto il suo indotto. Questa prima analisi è importante per gli sviluppi che si possono avere in seguito. Se infatti la contropartita fosse sostanziosa in numero di seggi, tutto bene, ma qualora fosse per un qualche motivo insufficiente, Gandolfini dovrebbe prenderne atto, informarne i suoi sostenitori e proporre una strategia alternativa per non permettere una devastazione della famiglia per altri 5 anni come è stato nella XVII Legislatura. Il medico bresciano si troverebbe di fronte a un bivio: far saltare il tavolo delle trattative con i partiti rifiutando di scambiare la primogenitura con un piatto di lenticchie e proporre come alternativa ai propri seguaci di votare il PdF di Adinolfi per fargli superare il 3% senza, tra l’altro, dover scendere a patti sui valori. Accettare il piatto di lenticchie oppure rifiutarsi di indicare il PdF come unica possibile alternativa valida alla trattativa fallita sarebbe il peggior dispetto alle famiglie italiane. Dunque Gandolfini ci dica cosa sta succedendo e cosa ha realmente intenzione di fare: se vendere o svendere la piazza che gli ha creduto.
Lo scenario peggiore che si possa presentare a noi famiglie presenti a tre FD consecutivi (2007/2015/2016) è un CDNF che riesca a far eleggere una misera manciata di parlamentari e un PdF che non superi lo sbarramento del 3%. Riunificare le forze, anche a pochi giorni dalla competizione elettorale, può evitare la totale débâcle della Famiglia, trasformare una sconfitta in vittoria, restituire l’unità al popolo di Famiglie che è sceso in piazza festante con nonni, genitori, figli e nipoti. Se però così non fosse non potremo esimerci nell’immediato futuro dall’invitare i veri responsabili ad un esame di coscienza che consenta agli uomini di buona volontà di evitare le più nefaste conseguenze di una insensata lotta fratricida.
Grazie tante a Mario per il suo impegno a tempo pieno a favore della famiglia, ed altrettanto a Massimo per lo spazio che ha sottratto per il medesimo motivo alla sua professione. Che il Signore illumini le vostre menti e quelle di noi tutti per un Paese autenticamente cattolico da affidare alle ignare generazioni che ci seguiranno.
Vittorio Lodolo D’Oria
Presidente Famiglie Numerose Cattoliche
21 Gennaio 2018 (Santa Agnese)