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mario draghi europa 1Paul Freeman

I toni trionfalistici e proiettivi verso un "salvatore della patria", che sia una persona o un gruppo, o un partito, hanno tristi memorie.
Eppure questi toni sovente vengono adottati dal mainstream comunicativo, dai giornali, dai massmedia.
La "prostituzione" comunicativa, sempre alla ricerca del sensazionale opportunistico, cavalca queste immagini, questi poster, queste rassicurazioni identitarie. Alimentando il fazionismo, il pancismo, il poltronismo e il de-responsabilismo di ciascuno.
Si attende un "salvatore", un "messia" dall'ante guerra fino al '94 passando per il Monti di Napolitano. Certuni del PD identificano tale salvatore in uno dei guitti di passaggio se non nella stessa democrazia.
A proposito del Governo Monti, ci fu anche chi lo appoggiava nell'illusione di una presenza "cattolica" autorevole.
Ora vedremo se il Presidente Mario Draghi arriverà, nei fatti, per servire e se sarà in grado di servire, cioè di predisporre all'esercizio della democrazia (sana, non messianica) e di crescere nella medesima democrazia con quei tweaking necessari alla ripresa pesata e non emotiva del paese; famiglia, salute, lavoro, istruzione, legge elettorale, in ordine di importanza oggettiva ed operativa.
Più che un "salvatore", un "messia", serve un Giovanni Battista, sia ben chiaro, uno che serve e scompare preparando la via. Amando gli italiani e il nostro paese.